È morto Dietrich Mateschitz, il fondatore del colosso Red Bull. L’austriaco, infatti, ha lanciato nel 1984 la Red Bull GmbH con l’asiatico Chaleo Yoovidht. Mateschitz deteneva il 49% delle azioni della casa produttrice della famosa bevanda energetica. L’imprenditore, deceduto all’età di 78 anni, entrò nel mondo della Formula 1 nel 2004, rilevando la scuderia Jaguar Racing e fondando la Red Bull Racing. L’anno successivo poi rilevò pure la scuderia italiana Minardi che ha rinominato Toro Rosso, che è il team satellite di Red Bull.



Dal 2010 al 2013 Dietrich Mateschitz ha vinto con il suo team i Mondiali costruttori di F1 e quello Piloti con il pilota tedesco Sebastian Vettel, ripetendosi nel 2021 e quest’anno con Max Verstappen (per il titolo Costruttori del 2022 invece manca l’aritmetica, ma il titolo potrebbe essere assegnato questo weekend). «È stato un uomo incredibile, gli dobbiamo tutto per quello che ha creato e ci ha permesso di fare. Aveva una grande passione per la Formula 1, faremo il meglio in suo onore», ha dichiarato Christian Horner, team manager della Red Bull, che si è emozionato nel ricordarlo.



MORTO DIETRICH MATESCHITZ: L’ASCESA E IL SALTO IN FORMULA 1

Pur non essendo stato un pilota, né un team principal o un dirigente sportivo, Dietrich Mateschitz ha lasciato un segno nel Motorsport. Ma oltre ad aver lanciato il team oggi al vertice della Formula 1, lo ha reso un brand da quasi 27 miliardi di dollari. Un grande successo per un’azienda produttrice di bevande energetiche che vende 8 miliardi di lattine e detiene il 35% del suo mercato mondiale. Laureato in marketing, Dietrich Mateschitz ha costruito un colosso che opera con successo in diversi rami di attività. Non sono state rese note le cause della morte ma, secondo quanto riportato da Il Messaggero, da alcuni mesi le sue condizioni di salute erano considerate precarie. L’ultima sua apparizione ad un Gran Premio di Formula 1 risale nel 2019, al Red Bull Ring, il circuito di Spielberg acquistato e rilanciato. Ora resta da capire come andrà avanti l’impero Red Bull senza Dietrich Mateschitz, che però aveva dimostrato di saper delegare e dare fiducia alle persone giuste, senza neppure interferire molto.

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