Tutti sanno che la Rai è il termometro giusto per misurare la febbre nella maggioranza. Febbre che sale ogni giorno di più, considerate le polemiche per il prossimo voto sul disegno di legge Zan e le successive elezioni amministrative. L’impressione, ma è più di un’impressione, è che le forze politiche stiano per abbandonare il governo Draghi – complice il semestre bianco – ad una navigazione solitaria.
Oggi bisognava eleggere i quattro rappresentanti del parlamento nel consiglio di amministrazione della Rai. Ma ieri è arrivata la richiesta di rinvio da parte del Movimento 5 Stelle. Il nome dell’avvocato Di Majo, che sembrava avere il consenso unitario delle diverse correnti, alla fine è rimasto stritolato nello scontro più grande in atto tra Grillo e Conte. Ma come sappiamo da una fonte vicina alla Lega e coinvolta nelle scelte per la Rai, non erano solo i 5 Stelle a essere rimasti indietro. Anche gli altri non sapevano cosa fare. La semplice verità è che nessuno si assume l’onere del coordinamento e della costruzione del necessario dialogo.
Alla fine il voto è stato rinviato al 14 luglio, due giorni dopo la data di convocazione dell’assemblea dei soci che dovrebbe eleggere il vertice aziendale. Si va ad un rinvio generale di tutte le nomine?
Il governo ha fatto filtrare nel pomeriggio la sua posizione contraria. Il Mef ha fatto sapere infatti tramite AdnKronos che non intende aggiungere altro ritardo alla già tardiva designazione del presidente e dell’amministratore delegato, nomine di sua competenza.
A tal proposito, anche se da fonti diverse, sono trapelate da Palazzo Chigi, che pure mantiene un significativo riserbo sulle indicazioni che si appresta a fare, alcune indiscrezioni su altri due possibili candidati al ruolo manageriale di amministratore delegato. Il primo nome è quello di Giorgio Stock, ex presidente di WarnerMedia. Stock ha svolto la sua carriera di manager nel mondo dei grandi broadcast mondiali come la Disney e la Turner. Il secondo è quello di Matteo Maggiore. Maggiore, figlio del fondatore del colosso italiano delle auto a noleggio, viene dal mondo delle relazioni istituzionali, svolte alla Bbc prima e alla Bei poi. Infatti il suo principale sponsor è proprio Scannapieco, conosciuto negli anni di permanenza comune alla banca europea.
Nomi che si aggiungono agli altri circolati nei giorni scorsi, allargando la rosa dei papabili. Quasi sempre la coppia dei candidati riguarda un uomo e una donna e sembra ormai abbastanza chiaro che sia una donna la candidata più probabile alla presidenza. Il rinvio del voto in parlamento dunque dovrebbe servire a calmare le acque tra i 5 Stelle (in serata sono risalite le quotazioni di Di Majo) e a risolvere il braccio di ferro nel centrodestra, dove Forza Italia non intende rinunciare a un proprio candidato nel consiglio, a meno che il partito di Berlusconi e di Letta-zio non si ritenga soddisfatto e rimborsato proprio dalla scelta della presidente.
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