La riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) prevede la semplificazione di una delle due linee di credito precauzionale che un Paese può chiedere in caso di necessità, ma aggiunge come condizionalità l’aderenza alle regole del patto di stabilità. L’accusa rivolta dalla Lega al presidente del Consiglio Conte di aver firmato la riforma senza autorizzazione del Parlamento è del tutto infondata perché nessuno ha firmato nulla, come ha ricordato il ministro Gualtieri. La firma del trattato dovrebbe avvenire il 13 dicembre al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Eurogruppo, toccherà poi al Parlamento la ratifica.



Appare quindi grottesco dichiarare, come fa Salvini seguito a ruota dalla Meloni, che “Conte sarà giudicato per alto tradimento e condannato alla galera”.

Per essere più chiari è da ricordare che il percorso di riforma dell’Esm è nato durante il governo gialloverde, prima con il vertice europeo del 14 dicembre 2018 e successivamente con quello del 21 giugno 2019. Il Parlamento italiano fu informato e ne discusse sulla base di una relazione di Conte, presidente del Consiglio, alla Camera alla vigilia del vertice di giugno. Dopo il vertice il ministro Tria tornò a esporre in Parlamento i termini e i tempi dell’accordo.



Nessun mistero o complotto quindi. Il ministro Gualtieri riferirà il 27 novembre alla Commissione finanze del Senato. È stato Gualtieri inoltre a ricordare che il ministro Tria condusse il negoziato riuscendo a “evitare tutte le cose negative che alcuni volevano”.

Certo non mancano aspetti delicati sulla questione. Su di essa è intervenuto lo stesso governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che ha apprezzato le aperture tedesche alla garanzia unica per i depositi ma ha ricordato il rischio che l’introduzione di un meccanismo di eventuale ristrutturazione del debito pubblico per accedere all’aiuto del Mes possa alimentare l’aspettativa di una ristrutturazione. Su questo punto Tria ha ricordato che nel corso del negoziato si evitò la ristrutturazione automatica del debito come chiedevano i tedeschi.



Il governo ha dichiarato che in ogni caso intende legare l’approvazione della riforma dell’Esm ad un pacchetto coordinato di riforme che facciano partire davvero il cantiere dell’unione bancaria