Un’intervista di Renato Brunetta al quotidiano Il Riformista riapre un fronte che sembrava chiuso: quello di un possibile governo tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Lo schema del responsabile economico di Forza Italia è semplice: la forza parlamentare del centrodestra è ancora intatta, a differenza del Movimento 5 Stelle che continua a perdere pezzi (10 deputati e 9 senatori da inizio legislatura, un numero che comincia a mettere seriamente a rischio la tenuta della maggioranza giallorossa) e a differenza anche del Pd che ha dovuto subire la scissione di Matteo Renzi. E proprio Italia viva, secondo Brunetta, è quel pezzo di politica moderata che potrebbe affiancarsi al centrodestra uscito maggioritario dalle urne ma non in grado di governare da solo.



Lo spostamento a destra di Renzi sarebbe dunque l’elemento che consentirebbe di rispettare quello che l’ex ministro forzista considera “il mandato del popolo sovrano”, cioè un governo che comprenda il centrodestra. Salvini e Renzi a braccetto. L’ipotesi è meno fantascientifica di quanto sembri a prima vista se si considera chi sarebbe il garante del rapporto tra i due, cioè Denis Verdini, toscano come il leader di Italia viva, padre della fidanzata del segretario leghista, ex stratega del Cavaliere. La perfetta cerniera di congiunzione. Renzi e Salvini si sarebbero già visti all’inizio di dicembre cominciando a ragionare.



È chiaro che Brunetta tira l’acqua al mulino di Forza Italia, per mostrare che la presenza berlusconiana in Parlamento ha ancora un senso. D’altra parte, le crepe che ogni giorno si aprono nel governo Conte 2 impongono all’opposizione di offrire soluzioni al Paese in caso di una crisi improvvisa determinata da incidenti sul programma (il tema della giustizia è molto divisivo nella maggioranza) o sulle persone: se la pattuglia parlamentare dei 5 Stelle subisse altre erosioni, l’esecutivo non avrebbe più la fiducia garantita in Parlamento. Sullo sfondo resta comunque il voto di fine mese in Emilia-Romagna e Calabria. I giallorossi faticherebbero moltissimo a reggere la spallata di una doppia vittoria del centrodestra.



Il problema è capire se questi scenari godono di qualche riscontro nella realtà. E a guardare alla giornata di ieri si direbbe di no, visto che il coordinatore di Italia viva, Ettore Rosato, e il capogruppo al Senato, Davide Faraone, hanno annunciato che i renziani voteranno a favore del processo per Salvini sul caso della nave Gregoretti. Il che segna il destino del leader leghista, visto che al sì già garantito di Pd, M5s e Leu mancava soltanto quello di Iv per compattare la maggioranza. Faraone ha aggiunto che i decreti sicurezza di Salvini vanno annullati.

Non è proprio il viatico migliore per intavolare un possibile futuro accordo. Ma bisogna anche ammettere che una decisione di segno opposto sarebbe stata un’apertura troppo smaccata verso la Lega, tanto più che i renziani avevano già votato per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso della nave Diciotti. Sì sulla Diciotti, no sulla Gregoretti: un voltafaccia impossibile da giustificare.

E così il voto ostile che attende l’ex ministro dell’Interno potrebbe anche significare che Italia viva resta alla finestra e attende una proposta seria da Salvini, con una contropartita adeguata per il mutamento – questo sì clamoroso – da un governo con Pd e M5s a uno con Lega e Forza Italia. Renzi ha appena dichiarato di avere guadagnato circa 800mila euro: il prezzo per un simile voltafaccia dev’essere adeguato.