Doveva essere un anno bellissimo. E lo è stato. Non solo Giuseppe Conte è rimasto ben saldo a Palazzo Chigi ma ha di fatto raddoppiato, divenendo il punto di riferimento della inedita maggioranza giallorossa molto più di quanto non lo fosse dell’irascibile maggioranza gialloverde.

Non solo. Smesso l’abito del neofita della politica rilancia annunciando, non come l’incauto Renzi il proprio ritiro dalla scena, ma l’intenzione di rimanere protagonista nel prossimo futuro. Prenotando un Conte 3, se non addirittura il Quirinale.



Conte appare più preparato di Renzi, più determinato di Salvini, a sorpresa più “concavo e convesso” di Berlusconi.

Dialoga con tutti e molti, tra i prìncipi della Chiesa, lo vorrebbero a capo di un proprio movimento politico che assorba la deriva a destra del popolo cristiano e riporti le pecorelle smarrite tra le braccia del pastore Scalfari, di gran lunga il più letto tra i cardinali della curia romana, al fine di garantire una quieta coabitazione col Partito democratico.



Renzi era famoso quanto Berlusconi per le bugie che diceva al punto da essere soprannominato il Bomba. Conte alle bugie preferisce le verità del giorno dopo. Quelle verità cioè che aggiustano i passi falsi fatti per inesperienza o perché i problemi sono più grandi del previsto. Un uomo solo al comando ma senza protervia. Bensì senza un partito e senza un’ideologia. Un uomo cortese ma filiforme, di fronte agli Erdogan ed ai Macron, ai Putin ed alle Merkel. Un uomo figlio di un’Italia senza partiti e forse senza politica. Senza dubbio senza politica estera. Il solo però ad andare a cena con gli operai dell’Ilva invece che fare selfie sugli sci come i più giovani concorrenti. Giuseppe Conte da Volturara Appula in provincia di Foggia. Sicuramente in giro c’è molto di peggio. Forse non c’è niente di meglio. Buon 2020 “Giuseppi” ed in bocca al lupo a sessanta milioni di Italiani.