Li sta cucinando a fuoco lento. E nelle riunioni con i più stretti tra i suoi non parla d’altro. Soprattutto con Maria Elena Boschi e Luigi Marattin. Vuole il posto di Giuseppi. Conte. Il posto del presidente del Consiglio. E lo vuole ora.
Non solo perché Matteo Renzi è veramente l’ego della bilancia di questo governo, ma sopratutto perché reputa sia la migliore strategia per uscire dall’angolo in cui lo ha stretto la procura di Firenze con l’inchiesta sulla fondazione Open.
Far cadere il governo, nella testa di Renzi, non vuol dire far cadere la legislatura, ma puntare su un governo tecnico che faccia il lavoro sporco che gli uomini di Italia viva non si vogliono intestare oggi. L’operazione può contare sui troppi che in Parlamento sono ormai allo sbando politico ed esistenziale. Ed in ogni caso il dominus di quello scenario sarebbe lui: il Bomba.
E come Gulbuddin Hekmatyar, il “macellaio di Kabul” che bombardava la capitale afghana per essere accettato come ministro della Difesa di un paese trasformato in un inferno dai signori della guerra, così Renzi continua a bombardare il governo che ha fatto nascere e lo farà fin quando non avrà lo scalpo di un uomo che ritiene a tutti gli effetti un usurpatore.
L’avvocato del popolo contro il populista post-demitiano.
E in mezzo la controfigura di Montalbano, che indizio dopo indizio sembra stia per arrendersi all’evidenza: la vittima certa di questa commedia degli inganni è proprio il Pd.
Se Zingaretti ne vuole rimanere segretario farà bene ad impratichirsi anche lui della via per il Quirinale. Chiudendo senza appello la strada all’ennesimo gioco al rilancio dell’illusionista di Rignano sull’Arno.