Il lavoro al centro è sempre più incessante. Come una caccia all’unicorno nelle terre del Prete Giovanni, il mitologico Re Cristiano di Oriente, Renzi, Tajani, Gentiloni e tanti altri si affannano per trovare le tracce di quell’elettorato mitologico. A volte nel campo di destra, altre nel campo di sinistra. Solo che stavolta potrebbero aver trovato una schiera di battitori in grado di far venire allo scoperto il mitologico animale.



La famiglia  Berlusconi è pronta a dare il suo contributo. Vuole essere in punto di riferimento di una vasta area di centro, liberale e riformista, che torni a essere perno della politica italiana. Troppo spazio e troppo potere a Salvini e alla Meloni. Che ne hanno fatto un uso sin qui deludente. A loro giudizio. Serve perciò un cambio di passo e una migliore organizzazione dei modi di fare politica e degli obbiettivi.



Pare chiaro a tutti che l’irrilevanza italiana in Europa è un pessimo auspicio per il Governo che dovrà prepararsi a una manovra economica complicata e senza tanti denari da dare in giro. Anzi, la prospettiva migliore è quella di congelare tutto e sperare di non dover tagliare troppo. E in questo contesto le opposizioni si apprestano a lavorare ai fianchi per andare al Governo. Ma se la Meloni a trazione populista pare non aver accontentato i Berlusconi e la loro idea di centro, men che meno vogliono lasciare il Paese nelle mani della Schlein a trazione sinistra storica. E perciò l’unica soluzione è quella di pensare ora a ciò che si vuole accada alle prossime elezioni. Ovvero avere come primo partito una raggruppamento moderato  che possa dialogare con le ali estreme alleandosi con chi conviene: progetto ambizioso. E dove c’è ambizione spunta Renzi che sa bene che la politica con le tv di Pier Silvio accanto è molto più dolce e produttiva.



Renzi ha suonato il corno del richiamo e dal sottobosco europeo è spuntato Genliloni, con cui ha un antico e solidissimo rapporto, e che potrebbe essere un eccellente frontman dell’operazione. Darà il suo supporto? Per ora è difficile dirlo, ma lui, come Tajani, aspira al colle più alto a cui si arriva passando da una trasversalità che un’operazione gestita in modo intelligente potrebbe dargli. E così i due vecchi amici, Matteo e Paolo, sodali di tante battaglie, iniziano i giochi con alleati inediti.

Venuto meno il Cavaliere è caduta la pregiudiziale sui figli i quali, dal canto loro, hanno le braccia aperte pronte ad accogliere una leadership centrista più tosta di quella di Tajani. Una mossa che mette la Meloni in difficoltà politica e spinge Salvini sempre  più verso un estremismo populista di cui è oggi innamorato. Ma senza le tv, senza il passaggio serale ossessivo nelle case degli italiani, rischiano la Meloni e Salvini di esser eclissati. Loro di certo non cercano l’elettore moderato e liberale. Un unicorno che solo Silvio ha saputo ammaliare. Chissà se ci riuscirà questa nuova e inedita pattuglia. Pier Silvio e Marina ci contano.

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