Il suono rassicurante delle campane della Pasqua ha presto lasciato il posto a quello dei tamburi di guerra nella politica italiana. E l’immagine di Matteo Salvini armato di mitra rende bene il senso dell’uomo assediato che cerca di rompere l’accerchiamento di questi giorni.

Ma chi ha ordito la manovra a tenaglia che vuole l’emarginazione progressiva ed inesorabile del leader anti-establishment partorito dalla politica di casa nostra? Certo balza agli occhi la campagna del Corriere della Sera sul caso Siri. Notizie forzate e descritte intingendo la penna nel veleno, poi addirittura inventate di sana pianta ed infine difese ad oltranza con una motivazione che va ben al di là del dettato democratico: ovvero quello che abbiamo scritto è credibile perché i giudici la pensano come noi.



Di concerto è sembrata muoversi anche la Corte di Cassazione, partorendo una sentenza che di fatto rende inapplicabili tutte le misure di contrasto all’immigrazione illegale promosse dal ministro dell’Interno e mettendo in carico ai magistrati di dover produrre le prove per negare asilo politico a richieste che denuncino il rischio di violenze e persecuzioni addirittura… nell’ambito familiare.



Un uomo tutti i giorni parla a lungo sia con il direttore della testata di Via Solferino ed ancor più con gli alti magistrati. Un luogo, il colle più alto, è sempre più sicuro riferimento di quanti preferirebbero un ritorno allo status quo, con i 5 Stelle nel ruolo di utili idioti pronti a stringere in Parlamento, dopo le elezioni europee, un’intesa con il Pd di Zingaretti e con Più Europa della Bonino e dei suoi sodali sorosiani, pronta a gonfiarsi non tanto di voti nelle prossime urne quanto di esodati dai partiti di centrodestra nei prossimi mesi per puntellare un probabile ribaltone.



Già, perché il piano del Quirinale è quello di anticipare un eventuale ribaltone promosso a destra ed annunciato in queste settimane da Berlusconi e Meloni, garantendone uno a sinistra con i grillini nuovamente ancorati alle manovre del presidente della Repubblica e del suo entourage.

Salvini lo sa e mostra i denti, ma l’intesa con Di Maio è da troppe settimane in crisi e tra i due amanti raffigurati dai writer nei vicoli di Roma si sono messe di mezzo due nuove fidanzate. Una, figlia di Denis Verdini, sirena che canta l’antica nenia berlusconiana. L’altra, che spinge Luigi allo scontro recependo i suggerimenti di uomini di fiducia del Colle.

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