Porte aperte alla Cina ma di nascosto. Nel settore più importante di tutti: le reti. Lo ha rivelato ieri uno scoop della Verità: il governo ha secretato un Dpcm del 7 agosto scorso con il quale si autorizza Telecom ad utilizzare la tecnologia Huawei. Il 5G è un tema strategico di rilevanza mondiale ed è al centro della nuova guerra fredda che divide Usa e Cina. È dai tempi del memorandum of understanding del marzo 2019 che il governo italiano ha messo in atto un lento scivolamento politico verso Pechino. Il Dpcm del 7 agosto è la conferma che il progetto (cinese) di trasformare l’Italia nella testa di ponte della Cina in occidente va avanti seguendo logiche sottratte al controllo del parlamento, alla disciplina del Golden power e, per quanto possibile, anche all’opinione pubblica.



In Italia, dice Giulio Sapelli, storico ed economista, non ci sono più i partiti. Per questo le forze esterne ostili hanno la meglio e gli Usa non possono contrastarle.

Porte aperte a Huawei. Ma la decisione è a porte chiuse.

Questo governo, come anche quello precedente, soffre della pericolosa inclinazione a dipendere da forze esterne. Non solo la Francia, la Germania e gli Usa, nostro alleato storico, ma anche la Cina, la cui influenza è sottoposta a forti misure restrittive dalla stessa Unione Europea.



Pechino chi deve ringraziare?

Il massimo alfiere della penetrazione cinese è il potere situazionale di fatto impersonato da Grillo e dal Movimento 5 Stelle, più ciò che resta di pezzi di apparato statale.

La tecnologia 5G divide Usa e Cina. Il solco è profondo. Come dimenticare il recente appello di Pompeo a difendere il mondo libero?

A condizionare pesantemente la posizione italiana è il patto tra Santa Sede e Pechino sulla nomina dei vescovi. Non è solamente una questione di fede. Il Vaticano si trova in Italia ed è determinante per le sorti del paese. Qualcuno da noi se lo è dimenticato, ma Pompeo lo sa benissimo.



I due partiti di maggioranza hanno avvertenza di quello che stanno facendo?

I partiti non esistono più. È per questo che si può fare un Dpcm che apre al soft power cinese senza che nessuno venga a saperlo. Il partito che si è storicamente identificato con lo Stato dopo la Dc, ossia il Pd, si sta disgregando.

Però è ben inserito nelle stanze del potere.

Certamente: nel tempo ha occupato tutto l’occupabile, dall’informazione ai ministeri. È un potere che i 5 Stelle stanno appena sfiorando, mentre alla Lega non è stato permesso di avvicinarsi. Ma anche M5s è in via di disgregazione: è rottura tra Grillo e Casaleggio ed entrambi sono messi in discussione.

Se i partiti non esistono più, al governo chi c’è?

Compagnie di ventura, neo-caciqui, gente che ha fatto della politica la propria impresa personale.

E quelli che avremmo definito apparati di governo?

Sono segmenti di uno Stato patrimonializzato che agiscono in modo indipendente. L’apparato statale è stato suddiviso in segmenti di potere e ogni compagnia di ventura ne controlla un pezzo.

Dunque la Cina ha la strada spianata?

No, non del tutto. Il problema di questo governo è che uno dei capi di quella compagnia di ventura fondamentale che è il ministero della Difesa, Lorenzo Guerini, è un severo atlantista. Amendola anche.

Restiamo nel Pd. Chi comanda nel Partito democratico?

I due Dioscuri sono D’Alema e Bettini. D’Alema è l’uomo più intelligente della politica italiana di oggi. Bettini è un ex segretario della Fgci romana ora consigliere dell’Istituto Luce. D’Alema governa con l’intelligenza strategica, Bettini con quella tattica.

E Franceschini?

Sovrintende alla spartizione dei posti di potere.

Zingaretti a chi risponde?

Non lo sappiamo. Pare a Bettini. Non è una garanzia.

D’Alema invece a chi risponde?

È uomo troppo intelligente per non capire che l’Italia ha bisogno di rimanere nel patto atlantico. Del resto lui e Mattarella devono la loro ascesa al bombardamento della Serbia (nel 1999, ndr). Escludo che D’Alema cambi cavallo.

Allora nel partito pro-Cina chi c’è?

Grillo e quella massa di ex ministri ed ex professori universitari in pensione che sono stati reclutati dai cinesi attraverso incarichi di vario tipo. La Francia ha un metodo più nobile: l’onorificenza, la légion d’honneur. La Cina è più materialista. Li ha comprati tutti.

Di fronte all’avanzata della Cina in Italia è come se aspettassimo che accada qualcosa, ma quel qualcosa non accade. Perché?

Non accade nulla perché, come diceva Gramsci, siamo nel pieno di una crisi organica. È quando i partiti perdono ogni contatto con le loro basi sociali o territoriali. Quando questo avviene, capitano normalmente due cose. O cadono nelle mani di un dittatore come Luigi Bonaparte, oppure cedono alla pressione straniera. La storia d’Italia, da questo punto di vista, è esemplare.

La crisi organica, nel caso italiano, che cosa comporta?

Che gli Stati Uniti non sanno più su chi premere. Dopo il ’45 gli Usa hanno affidato il controllo politico dell’Italia soprattutto agli inglesi. Basta leggere il diario politico dell’ambasciatore americano (dal 1977 al 1981, ndr) Richard Gardner: non capiva nulla di quello che succedeva in Italia. Pensiamo a cosa possono capire oggi gli americani, senza più partiti e senza intellettuali che si facciano interpreti della situazione.

Quindi?

Nemmeno l’America senza un solido appoggio politico può intervenire. Hanno degli uomini validi, come Guerini e Amendola, che si comportano bene. Ma senza partiti è difficile cambiare le cose. Mi stupisce Gualtieri perché è cresciuto alla scuola di Vacca e di D’Alema.

Ma poi è stato adottato dall’Ue.

In ogni caso questa cosa che hanno fatto è da disperati.

Perché?

Perché i cicli di innovazione delle telecomunicazioni sono di 5-6 anni. Tra non molto parleremo di rete 6G. E su questa gli Usa sono più avanti della Cina.

Intanto la Cina guadagna terreno verso occidente.

È arrivata a Trieste e sa che l’Italia è il cavallo di Troia per entrare in Europa. Aiuta la Cina un’altra anomalia italiana: solo noi in Europa riteniamo che l’economia cinese vada bene.

La Germania?

Si sta svegliando da un lungo sonno e inizia a prendere delle contromisure. A frenare è solo la Merkel perché ha costruito tutta la sua carriera politica parlando con Russia e Cina.

Non ci sono partiti nel centrodestra che possono dare agli Usa l’appoggio politico di cui sopra?

Interlocutori preferenziali degli Usa sono Berlusconi, i dalemiani e alcuni ex democristiani del Pd. I Fratelli d’Italia sono ex fascisti e la Lega ha perso il treno grazie al Conte 1.

(Federico Ferraù)