Votereste, vorreste come premier un direttore usato dell’Agenzia delle Entrate come Ernesto Maria Ruffini? Non è ancora così remota la memoria di Mario Monti: il premier tecnico che nei primi mesi del suo mandato resse direttamente il Mef. C’era l’austerity dettata da Ue e mercati da realizzare “maledetta e subito” e il super-commissario all’Agenzia delle Entrate fu Attilio Befera: un veterano dell’esazione fiscale. Uno che si era fatto le ossa al Secit, il corpo dei superpoliziotti del fisco, con licenza di investigare su tutto e tutti. Poi da dirigente generale delle Finanze aveva guidato la Riscossione ed Equitalia (tutte sigle notissime a milioni di contribuenti) ed era approdato al vertice dell’Agenzia: dove da tecnocrate di molte stagioni toccò il massimo della visibilità nazionale, ancorché negativa. Fu sotto il suo “regno” che le cronache presero a raccontare quasi quotidianamente da tutta la penisola di italiani che s’incatenavano davanti agli uffici dell’Agenzia, bruciavano le cartelle sui marciapiedi, quando non entravano e minacciavano i funzionari.
Befera lasciò l’amministrazione finanziaria poco dopo l’avvento del centrosinistra con le politiche del 2013. Fece a tempo a portare in tribunale Diego Armando Maradona (che l’aveva pubblicamente accusato di “persecuzione”). Ma, soprattutto, non portò fortuna a Monti, che nel suo azzardato tentativo elettorale di leader centrista (trasmutato in una notte da tecnocrate europeo col tacito appoggio del Quirinale “dem”) pagò anche l’esser stato il premier dell’austerity. Quella di Befera. Cioè di un fisco che poco prima aveva avuto come ministro Tommaso Padoa Schioppa (quello delle “tasse bellissime” del Prodi 2, strabattuto nel 2008). Quello di Vincenzo Visco, il maestro di Roberto Gualtieri e Antonio Misiani, il duo di ex comunisti al Mef nel Conte 2 per i quali un contribuente con più di 70mila euro di imponibile (dichiarato per forza) era un ricco da colpire. Meglio se con una patrimoniale: c’erano da finanziare il reddito di cittadinanza e il superbonus.
Ruffini prenderà più del 10% di Scelta Civica nel 2013? Come, così si dice, Ruffini oggi e Conte ieri, anche Monti l’altroieri aveva l’appoggio tacito della Santa Sede attraverso Andrea Riccardi e la Comunità di Sant’Egidio.
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