Il rosso del centrosinistra è sempre più profondo. La tenaglia morale che stringe allo stomaco i pronipoti del “líder Máximo” D’Alema stringe sempre più forte. Da Bruxelles a Latina la pecunia ha iniziato ad emanare un olezzo che è giunto diritto alle narici degli elettori.
Neppure la questione morale, ormai, si può più invocare per smuoverli, sono pronti a stare casa privando il Pd, origine e capro espiatorio di ogni male, di ogni chance di sopravvivenza. Il sangue rosso che sgorga dalle ferite e si è propagato nel blu dell’oceano della politica e lo squalo Conte ha fiutato la preda ferita. L’istinto lo guida in questi giorni e la partita per le regionali sta prendendo la forma di una mattanza perfetta.
La Lombardia per Giuseppe è un luogo politicamente alieno. Ha accarezzato un apparentamento neutrale con Majorino per testare il suo movimento in abbinata al Pd e tentarne il sorpasso. Ma l’occasione di una campagna elettorale “contro tutti” basata sulla diversità morale dei 5 Stelle (con eletti tutti nuovi e neppure un comune gestito direttamente di cui preoccuparsi) per soffiare voti a sinistra e uccidere definitivamente il caro alleato è forte. Ma non è la battaglia per Conte più strategica. È nel Lazio che ha deciso di tentare la carta del futuro. Pescando un nome antico. Un test, quello di queste ore, che potrà dare delle indicazioni.
Le indiscrezioni sulla possibile candidatura di Pecoraro Scanio sono calibrate per testare riservatamente non tanto le possibilità di vittoria, quanto la compatibilità dell’elettorato contiano e grillino con una nuova sterzata in chiave puramente ambientalista del Movimento. Pecoraro è uomo chiaramente legato alla storia dell’ambientalismo italiano, ha una forte carica identitaria e se dovesse coagulare su di sé i consensi dei 5 Stelle, senza perderne, Conte avrebbe la prova che può aprirsi una nuova storia e trovare una nuova casa anche in Europa. Aprendo uno scenario più solido politicamente per declinare le tesi del “suo” Movimento in una cornice di chiara adesione ad un ideale di famiglia europea che pare avere per il futuro una più solida prospettiva dei socialisti, dei liberali o dei popolari. Lo schema prevede una battaglia a tutto campo. Disarticolando le alleanze quasi chiuse (come in Lombardia) e ponendosi in antitesi forte del Pd nel Lazio usando, guarda caso, la questione dell’inceneritore, che sul piano della gestione amministrativa non spetta alla Regione Lazio, ma sul piano politico legittima la scelta di un ambientalista ed indirettamente la svolta del Movimento in quella direzione.
La scintilla che ha fatto rimeditare i piani e accelerare la svolta è stata la ferita della corruzione presunta che viene da Bruxelles, occasione ghiotta, unita alla vicenda della famiglia acquisita di Soumahoro che affossa Verdi e Sinistra italiana. La debolezza del Pd e della classe dirigente della sinistra è palese. E in questo vuoto le regionali possono aprire uno scenario politico in grado di ridisegnare la geografia della sinistra. Conte ci sta pensando, l’occasione c’è. Vedremo se avrà il tempismo giusto. E se i sondaggi daranno via libera.
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