E’ stata confermata la condanna per diffamazione di Azouz Marzouk, marito di Raffaelle Castagna nonché padre del piccolo Youssef, entrambi vittime della strage di erba nel dicembre del 2006. Come si legge sul sito dell’agenzia di stampa Ansa, la Corte di Appello di Milano ha dichiarato inammissibile il tentativo di annullare la condanna precedente a due anni e mezzo per diffamazione verso Giuseppe e Pietro Castagna. Stando a quanto emerso la dichiarazione di inammissibilità deriverebbe da un “problema tecnico” dovuto alla difesa dello stesso Azouz Marzouk. La pena è stata quindi confermata così come il pagamento di 35mila euro a ciascuno dei due fratelli Castagna, Giuseppe e Pietro.
L’Ansa ha ricordato la vicenda che ha portato alla condanna di Marzouk, precisamente un’intervista che risale al febbraio del 2019 rilasciata dallo stesso Azouz ad un sito internet. Nel corso della stessa Marzouk aveva puntato il dito verso i due fratelli Castagna, parenti della propria moglie, e precisamente, aveva invitato ad indagare sulla famiglia: “Indagate sulla famiglia. Mio figlio Youssef conosceva l’assassino. Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che fosse qualcuno che voleva l’eredità di mia moglie”.
DIFFAMÒ I FRATELLI CASTAGNA: AZOUZ MARZOUK CONDANNATO MENTRE È IN CORSO IL PROCESSO A BRESCIA
Dichiarazioni che sono state ritenute diffamatorie dal giudice del tribunale di Como che aveva quindi rilevato la “condotta diffamatoria” dello stesso imputato, definendola di gravità “estrema” anche perchè le stesse parole provenivano “da uno dei soggetti direttamente coinvolti nella vicenda”.
La notizia giunge mentre è in corso a Brescia il processo riguardante la richiesta di revisione del procedimento nei confronti di Rosa Bazzi e Olindo Romano, così come chiesto dagli avvocati della coppia. Ricordiamo che entrambi sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva, ma i loro legali, grazie anche all’aiuto di numerose inchieste giornalistiche, hanno sempre considerato i coniugi di Erba innocenti, così come lo stesso Marzouk, che si è costituito parte civile nel nuovo processo in corso.