La raccolta differenziata a Roma fa registrare una flessione rispetto al 2021. Lo rivela un’inchiesta a cura del quotidiano “La Repubblica”, secondo cui nei primi sei mesi del 2022, nonostante gli sforzi verbali del sindaco Roberto Gualtieri sin dal giorno successivo alla sua elezione, la differenziata nella Capitale si è fermata al 45,9%, quando un anno fa era arrivata al 46,1%. A essere diminuite sono state le quantità raccolte e riciclate di plastica e metallo (-17,8%), carta (-14,8%), organico (-6,5%) e vetro (-6,5%).
Ama ha spiegato che la colpa è “di una complessiva riduzione della produzione dei rifiuti determinata tanto dalla contrazione dei consumi che dalla situazione internazionale che sta influenzando in modo importante l’economia”. Eppure, nei primi sei mesi del 2022, scrive il quotidiano, “i reclami sono aumentati del 5,2% rispetto a 12 mesi fa nello stesso periodo. In totale ad Ama sono arrivate 169.285 lamentele”. In più, ciliegina sulla torta, “il 92,6% dei rifiuti viene trattato nel Lazio, il 6,3% in Abruzzo, lo 0,9% in Lombardia e lo 0,3% in Piemonte. Aumentano dunque di 25mila tonnellate i carichi di immondizia portati fuori da Roma”.
ROMA E LA DIFFERENZIATA: IL NEO ASSENTEISMO TRA I DIPENDENTI AMA
Ancora “La Repubblica” ha sottolineato come la differenziata a Roma stenti a decollare anche per via dell’assenteismo del personale Ama. Una statistica: nel primo semestre del corrente anno il numero di giorni che netturbini e impiegati della municipalizzata dell’ambiente hanno trascorso a casa è aumentato di 1,2 punti percentuali rispetto al 2021. Le ore di straordinario, inoltre, sono in diminuzione di circa il 5,4%, ma a fine giugno ne sono state comunque rilevate 385.961 ore su un budget complessivo di 750mila.
In ogni caso, si legge nell’approfondimento, “i costi del personale sono in calo: Ama ha risparmiato 4,2 milioni di euro rispetto al previsto. È il frutto di 153 uscite e 76 assunzioni. Si spende invece di più per Tfr e per i contenziosi con i lavoratori: quest’ultimo incremento è ‘dovuto alla contemporanea risoluzione di un numero straordinario di lavoro in cui Ama è risultata soccombente’. Non c’è da stare allegri nemmeno sotto il profilo delle visite di idoneità. Gli sforzi dell’azienda hanno prodotto tanto 325 guarigioni miracolose che 66 uscite per inabilità assoluta”.
DIFFERENZIATA A ROMA: UN CASSONETTO COSTA 685 EURO
Dulcis in fundo, il costo dei cassonetti. Da quando in Ama è arrivata la prima lettera degli avvocati di Omb technology, l’azienda che si è aggiudicata l’appalto per portare a Roma 37mila nuovi cassonetti della differenziata e rimuoverne 30mila del vecchio modello, è scattato l’allarme. Infatti, dal mese di maggio, afferma “La Repubblica”, “Omb chiede infatti ad Ama di rivedere i prezzi dei nuovi bidoni, ovviamente al rialzo, perché la guerra ha portato a un incontrollato aumento dei prezzi delle materie prime”.
Un’istanza peraltro retroattiva e che pretende rincari attorno al 40%. Fin qui sono stati collocati per strada circa 10mila dei nuovi contenitori e, dopo la maxi-gara bandita da Ama nel 2020, “la consegna di un singolo cassonetto da 2.400 litri di capienza costava circa 685 euro. Con un aumento del 40%, la controllata del Campidoglio finirebbe per dover pagare i bidoni già ordinati con un rincaro di oltre 2,5 milioni di euro”.