L’emergenza Covid ha posto l’accento, in maniera forte e drammatica, sull’importanza della digitalizzazione come strumento fondamentale di inclusione sociale. Negli ultimi mesi “essere connessi” ha significato poter continuare a svolgere le nostre attività quotidiane – in primis studiare e lavorare – e poter coltivare le nostre interazioni sociali in un nuovo mondo che ci imponeva di stare distanti.
Nel contempo, però, la pandemia in corso ha fatto emergere, in misura eclatante, l’alto prezzo legato ai ritardi digitali e ai gap strutturali che l’Italia sconta rispetto a molti partner europei e internazionali e che generano nuove forme di disagio e di disuguaglianze. Ancora oggi, infatti, alcuni cittadini, Pubblica amministrazione e aziende si trovano in aree del territorio nazionale in digital divide, ovvero non raggiunte da una connessione internet veloce diffusa su tutto il territorio nazionale.
Recenti studi hanno dimostrato che, sebbene siano le Regioni del Sud a soffrire particolarmente, anche diverse aree del Centro-Nord sono in ritardo nello sviluppo delle infrastrutture. Come emerso, per esempio, dai dati del report EY “Digital Infrastructure Index”, pubblicato a gennaio 2021, in quasi tutte le Regioni italiane sono presenti aree nelle quali le infrastrutture non sono ancora adeguatamente sviluppate.
L’emergenza sanitaria ha inevitabilmente finito per portare in primo piano le differenze esistenti tra i territori, dal momento che in questi ultimi mesi le difficoltà di connessione alla rete hanno significato, di fatto, per un gran numero di imprese, scuole e famiglie l’impossibilità concreta di accedere ad alcuni dei diritti fondamentali, generando così forme nuove ed inedite di disuguaglianza sociale. Quindi è cruciale che il nuovo governo che sta per nascere non venga meno rispetto agli impegni, annunciati e confermati dagli ultimi interventi del Presidente del Consiglio Conte alla Camera e al Senato, di voler considerare il superamento del digital divide tra le priorità per il rilancio dell’Italia.
Per poter accelerare un processo di rivoluzione digitale , inclusivo ed efficiente, capace di trasformare la nostra economia e le nostre vite, è fondamentale investire, oltre che sul completamento della banda ultralarga fissa (Fiber To The Home – FTTH), anche sulle nuove tecnologie che permettono di abilitare la fruizione di servizi di qualità in tutte le aree del Paese.
Sotto questo punto di vista, il Fixed Wireless Access (FWA) – tecnologia che utilizza le frequenze radio per la copertura dell’ultimo miglio – rappresenta senza dubbio una grande opportunità, poiché permette di portare in tempi rapidi connessioni ultraveloci anche dove non è possibile il passaggio delle reti fisiche per motivi tecnici o di scarsa convenienza economica degli operatori.
In particolare, la tecnologia FWA rappresenta il più importante acceleratore del processo di digitalizzazione nelle aree interne e rurali del Paese che, per ragioni orografiche ovvero di scarsa densità abitativa non saranno raggiunte dal FTTH.
Tra le aziende che per prime hanno puntato sul FWA c’è Eolo. “La nostra mission – spiega Alessandro Verrazzani, Responsabile Affari Regolamentari e Istituzionali di Eolo – è da sempre quella di abbattere il digital divide, fornendo connettività Internet a banda ultralarga nelle aree interne del territorio nazionale non raggiunte dagli operatori “cablati”, nella consapevolezza che il rilancio economico abbia come presupposto quello di dotare tutto il Paese degli stessi strumenti digitali”.
“La digitalizzazione è la sfida più importante del paese – conferma Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e delle Politiche comunitarie – perché coinvolge la grande trasformazione, la grande rivoluzione di tutte le attività economiche e produttive. E senza la digitalizzazione non sarebbe possibile non solo avviare quelle riforme della Pubblica amministrazione e della giustizia che ci chiede l’Europa stessa, ma anche ammodernare la scuola e la ricerca e aiutare le aree meno sviluppate del paese, il Sud e le aree rurali collinari e montane, a recuperare il gap con il resto del paese. Ecco perché è importante che in campo agiscano diversi operatori per far sì che venga raggiunto l’obiettivo di superare il digital divide senza ritardi. Assicurare una buona copertura digitale garantirebbe maggiore competitività al sistema paese e darebbe slancio anche al mercato del lavoro”.
Su questo fronte, come sottolinea Verrazzani, “Eolo continua a essere in prima linea nella sua missione di dotare delle necessarie ‘autostrade digitali’ l’intero territorio italiano, con una rete FWA che copre 6.500 comuni e con un piano industriale che prevede di estendere la copertura ai restanti 1.400 piccoli comuni entro il 2021. In questa fase risulterà di primaria importanza imprimere la giusta accelerazione anche sul versante della domanda – ossia delle famiglie ed imprese che sottoscrivono un abbonamento Internet a banda larga o ultralarga – versante sul quale l’implementazione del Piano Voucher del Governo svolgerà un ruolo cruciale”.
I dati 2020 del Desi, l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società della Commissione europea, posizionano infatti l’Italia al 26º posto fra gli Stati Ue per quanto riguarda la domanda di banda larga, con una percentuale di famiglie che hanno sottoscritto un abbonamento broadband pari al 61%, molto inferiore alla media Ue del 78%.
Anche i dati dell’ultimo Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom, pubblicato a gennaio 2021, mostrano che, nonostante un certo dinamismo tecnologico verso connessioni più performanti, il numero totale delle linee broadband nell’ultimo trimestre è rimasto sostanzialmente costante, con un aumento di appena lo 0,2% (48.000 nuove linee): ciò significa che nonostante l’emergenza Covid-19 abbia costretto molti cittadini a ripensare le proprie attività quotidiane in modalità digitale, rimane ancora ampia la platea di famiglie italiane e imprese prive di una linea a banda larga, ed proprio sull’inclusione digitale di queste famiglie che dovrebbero concentrarsi gli sforzi del Governo e degli operatori .
“Ed è su questo solco – continua Verrazzani – che prosegue la nostra azione: grazie alla capacità di intercettare e soddisfare le esigenze di connettività di famiglie e imprese che vivono in aree interne e rurali del paese, Eolo sta difatti contribuendo ad aumentare la penetrazione dei servizi broadband sul territorio nazionale. A tal proposito, è significativo che delle 48 mila nuove linee broadband rilevate tra tutti gli operatori Tlc nell’ultimo Osservatorio Agcom, il 40% è attribuibile a Eolo che oltre a risultare l’operatore in maggior crescita sul segmento FWA, è anche tra i più attivi nell’intero mercato broadband e ultrabroadband”.
“È importante che anche le misure previste dal Governo per stimolare la domanda – conclude Verrazzani – si pongano come obiettivo primario quello di ampliare la platea di famiglie ed imprese dotate di connessioni a banda larga. Penso in primis al Piano Voucher i cui fondi dovrebbero essere destinati principalmente a fornire una connessione a banda ultralarga a chi oggi non dispone di alcuna connessione internet. Solo in tal modo si potrebbe difatti, contribuire efficacemente ad aumentare la penetrazione di servizi Bul agendo su un’esigenza di connettività ancora inespressa, capace di agire da volano per la crescita socio-economica del Paese”.