Lo avevano annunciato fin dopo la nascita del Governo e questa volta – dopo il dietrofront su bonus unico per i figli e “bonus befana” – pare proprio che la promessa verrà mantenuta già nella prossima Manovra e Decreto Fiscale: Pd e M5s pronti a lanciare la Digital Tax, ovvero la “stangata” contro i colossi del web sulla scia della lotta ai grandi evasori di tasse nel nostro Paese. Secondo l’annuncio fatto ieri sera da Laura Castelli, vice Gualtieri al Mef, il Governo è pronto a scendere in campo con pene aumentate fino a 8 anni per chi non paga le tasse. All’interno delle maxi misure messe in campo dal Governo Conte-2, troviamo proprio la Digital Tax come già anticipato dal Ministro dell’Economia stesso: «Come è noto l’Italia ha la Digital Tax, noi la fermo entrare in vigore dal primo gennaio, è uno dei componenti della manovra. Siamo tra i Paesi di punta tra quelli che vogliono andare avanti nel rafforzamento dei principi dell’equità». La tassa contro i giganti del web (Google, Facebook, Amazon e così via) in realtà esiste già essendo stata introdotta nella Manovra dello scorso anno di Lega e M5s ma di fatto non è mai stata attuata, anche per il timore di andare a scoperchiare un “vaso di Pandora” assai complicato (come si vede sulle varie web tax attive a livello europeo).



CHE COS’È LA DIGITAL TAX DEL GOVERNO: LOTTA A GOOGLE, FB E AMAZON

Il Governo Pd-M5s ha però deciso di lanciare definitivamente la “guerra” ai colossi del web per far pagare le tasse nel nostro territorio e così nel prossimo Decreto Fiscale collegato alla Manovra dovrebbe essere inserito una parte specifica e attuativa proprio sulla Digital Tax. All’Ecofin dello scorso marzo si era consumato l’ennesimo fallimento della lunga trattativa per giungere a una tassa europea contro il web, a causa dell’opposizione di Irlanda, Svezia, Danimarca e Finlandia. Oggi però l’Italia prova a rimettere in agenda l’impegno per far pagare le tasse specifiche a Google, Amazon e Facebook in attesa di un accordo globale che dovrà essere preso in sede sia Ocse che nel nuovo Europarlamento. Entrando nelle pieghe della proposta, la Digital Tax messa a punto da Gualtieri sarà una tassa con aliquota unica al 3% sui ricavi delle imprese con oltre 750 milioni di fatturato di cui almeno 5,5 derivanti da prodotti online: il dato, così apposto, fa sorgere più di una perplessità perché non colpisce solo i colossi del web ma anche pubblicità, vendite online e piattaforme digitali-editoriali italiane.

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