Il pubblico ministero della Procura di Padova, Marco Brusegan, ha chiesto il rinvio a giudizio per Diletta Miatello, ex vigilessa accusata di avere ucciso i genitori nella notte tra il 26 e il 27 dicembre dello scorso anno nell’abitazione di via Galilei 17 a San Martino di Lupari. Inizialmente, come riportato da Il Mattino di Padova, l’ipotesi di reato era soltanto per l’omicidio della madre. Il padre, infatti, era morto a distanza di alcuni mesi dall’aggressione dopo essere stato trasferito in una casa di riposo. Anche il suo decesso, per gli inquirenti, sarebbe tuttavia legato alle lesioni riportate.



L’uomo, Giorgio Miatello, di 89 anni, dormiva al piano terra per problemi di deambulazione. Era a letto quando la figlia avrebbe afferrato un vaso di ceramica e lo avrebbe colpito al capo. Poi con un coccio lo avrebbe ripetutamente ferito nel corpo. Poco dopo si sarebbe recata al piano di sopra dalla madre Maria Angela Sarto, di 84 anni, e la avrebbe uccisa con le medesime modalità. Nelle ore successive avrebbe tentato di disfarsi del corpo, ma senza riuscirci. L’anziana è deceduta per dissanguamento. A trovare il cadavere della donna e il padre in fin di vita era stata l’altra figlia della coppia. In casa non c’erano segni di effrazione e la colf aveva raccontato che l’ex vigilessa gli aveva detto di non recarsi nell’abitazione quella mattina perché i coniugi erano stanchi.



Diletta Miatello, ex vigilessa accusata di avere ucciso i genitori a Padova: si va verso il processo

Le indagini per la morte di Giorgio Miatello e Maria Angela Sarto si sono dunque concentrate subito su Diletta Miatello, che tuttavia nega il duplice omicidio. “Non sono stata io a uccidere mamma e papà”, ha dichiarato. La difesa da parte sua punta a dimostrare che quella donna la notte non era in sé. “Ho chiesto agli inquirenti di sentire la donna, proprio per rendersi conto della situazione molto delicata in cui versa. La strategia della difesa è volta ad accertare le facoltà mentali della signora”, ha affermato l’avvocato Elisabetta Costa. “Ha raccontato al magistrato il suo ricordo, le sue sensazioni in merito a quel giorno. Ha negato di aver commesso quello che le viene contestato, perché questo è il suo ricordo. Dire che nega è semplicistico. Nega per quello che si ricorda”.



I due coniugi e la ex vigilessa pare che avessero rapporti incrinati da tempo a causa dei problemi economici di quest’ultima. La donna si era dimessa dal suo incarico e si era separata dal compagno, a cui era stato affidato il figlio. Non aveva poi trovato una nuova occupazione. È per questo motivo che chiedeva continuamente denaro ai genitori, ma la loro modesta pensione non era sufficiente a ottemperare ai suoi bisogni.