Giungono inesorabili i primi effetti della riorganizzazione della rete scolastica decisa dal governo Draghi e poi corretta da quello Meloni e attuata ora dalle Regioni sulla scia del decreto Milleproroghe di fine anno. Le novità arrivano a pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni online all’anno 2024/2025: queste andranno avanzate tramite la piattaforma Unica dalle ore 8 dal 18 gennaio alle 20 del 10 febbraio. Per il dimensionamento della rete scolastica il Mim ha dato tempo alle Regioni fino allo scorso 5 gennaio per completare i loro piani.



Secondo i piani iniziali il contingente totale di dirigenti scolastici e Dsga sarebbe dovuto essere per il prossimo anno di 7.461 unità (oggi sono 7.936). Nel 2026/2027 scenderà poi a 7.309, con una graduale eliminazione. Il decreto Milleproroghe è intervenuto su questa normativa dando la possibilità, solo per il 2024/2025, di attivare “un ulteriore numero di autonomie scolastiche in misura non superiore al 2,5%” del contingente dei corrispondenti posti di dirigente scolastico e Dsga. Il provvedimento ha aperto anche a nuovi esoneri e semi esoneri dall’insegnamento dal 2024/2025 affinché i presidi titolari di più sedi abbiano il supporto di docenti facendo funzioni vicarie per le sedi oggetto di dimensionamento, spiega il Sole 24 Ore.



Dimensionamento scolastico, accorpamenti rinviati

Con il “paracadute” del Milleproroghe per il 2024/2025 ci sarebbe un “salvataggio” di 129 autonomie a livello nazionale sulle 187 totali che secondo i dati all’Anquap si sarebbero potute salvare. È però una soluzione solamente temporanea: infatti i tagli preventivati saranno attuati ma andranno spalmati sui due anni scolastici successivi. La nuova rete scolastica, da settembre, dovrebbe avere 7.590 istituti, dunque i 7.461 originari più i 129 recuperati. In Emilia Romagna, ad esempio, erano previsti inizialmente 14 accorpamenti ma sarà soppressa solamente un’autonomia (dell’istituto Angelo Sacchi).



La Sicilia ne recupera invece 18 e il Lazio 17, la Campania 15, la Puglia 14. Solamente in quattro Regioni, ossia Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise e Veneto, verrebbero confermati gli obiettivi iniziali. Le Regioni del Centro-Nord sarebbero meno in difficoltà, avendo già attuato i piani di dimensionamento scolastico, spiega Il Sole 24 Ore. Quelle del Sud, invece, avrebbero procrastinato e per questo si troverebbero ora nella situazione di dover accorpare diversi istituti.