Lunedì 11 febbraio 2013 l’allora Papa, Benedetto XVI rassegnò pubblicamente le dimissioni. Quel giorno segnò un momento della storia della Chiesa, con le prime dimissioni di un pontefice in carica. Poche parole, rigorosamente in latino, sancirono definitivamente il cambio dell’ultimo pontefice, con la carica che passò nelle mani di Jorge Mario Bergoglio, ora Papa Francesco, e finirono al centro delle più disparate teorie sul perché delle dimissioni di Papa Benedetto XVI.
Teorie che, ovviamente, lo stesso pontefice avrebbe in più occasioni smentito, spiegando chiaramente, come solo lui sapeva fare, il perché di quella particolare decisione. “Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato“. Questa la più lucida, chiara e veritiera motivazione che portò Papa Benedetto XVI alle dimissioni, ma come spesso capita negli ambienti complottisti e delle fake news, non servì quasi a nulla per placare le voci e le teorie.
Dimissioni di Papa Benedetto XVI: antefatti e segnali
Le dimissioni di Papa Benedetto XVI, va sottolineato, non furono neppure un fulmine a ciel sereno. Certamente la reazione del clero, del vaticano e dei fedeli fu di sgomento, perché nessuno si aspettava che sarebbe arrivato esattamente in quel momento, soprattutto senza che nessuno ne sapesse nulla in anticipo, ma le avvisaglie erano tutte perfettamente chiare, almeno da 1 anno prima.
L’antefatto principale dimissioni di Papa Benedetto XVI fu l’incontro con Fidel Castro a l’Avena nel marzo del 2012. Dopo sette giorni di viaggio tornò in Vaticano visibilmente sfinito ed impiegò due mesi per recuperare completamente le forze. Quello, anche su suggerimento dei medici, fu l’ultimo viaggio del pontefice. Nel 2013, però, poco prima della Giornata mondiale della Gioventù, che si tenne a Rio de Janeiro, Papa Benedetto XVI deve aver pensato che fosse arrivato il momento di rassegnare le dimissioni. Era tutto pronto da tempo, anche se lo sapevano pochissime persone fidate.
Lo spetto delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, però, si allarga fino al 2010, quando ne parlò per la prima volta nel libro Luce del mondo. “Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli”, scrisse, “allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi“. Sempre in quell’occasione, però, parlò anche della necessità di farlo nel momento giusto, e quello era il periodo dello scandalo pedofilia.
Le teorie sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI
Ai teorici del complotto, però, piace credere che le cose non avvengano per caso, ma che dietro ci sia un disegno, più grosso, dei grandi e potenti della guerra, e così fu anche per le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Qualcuno ci vide un complotto per mettere al suo posto Papa Francesco, il pontefice della chiesa povera che ha rivoluzionato l’immagine del Vaticano. Qualcuno, invece, soprattutto il vescovo Luigi Negri, parlò di un piano ordito addirittura da Barack Obama, l’allora presidente degli USA.
Qualcuno, invece, nel discorso delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, si fece insospettire dalla parola “ministerium”, che escluderebbe le dimissioni dal “munus” di Pietro. Seconda questa teoria, insomma, Papa Francesco non sarebbe un pontefice legittimo, perché Benedetto non avrebbe lasciato l’esercizio papale, ma non l’ufficio. Eppure, è stato ancora una volta lo stesso pontefice a rispondere alle teorie nella sue Ultime Conversazioni con Peter Seewald: “Sono tutte assurdità, nessuno ha cercato di ricattarmi e non lo avrei nemmeno permesso“.