Dimostrazioni dal vivo in medicina: perché il CCNE è contrario

Nel 1979 un articolo su Le Monde aveva denunciato le “dimostrazioni dal vivo” in medicina da parte di dermatologi e altri medici riuniti in congresso, davanti a pazienti esposti in cubicoli, bambini compresi. Tuttavia, queste dimostrazioni “dal vivo” proseguono in discipline tecniche come la chirurgia, l’endoscopia, la cardiologia o la radiologia interventistica, spiega sempre Le Monde. Gli interventi, eseguiti dal vivo, vengono commentati e discussi davanti ad altri medici o esperti del settore senza  sicurezza e libera scelta dei pazienti, dunque di etica.



La sezione tecnica del Consiglio consultivo nazionale di etica (CCNE) ha assunto una posizione sfavorevole riguardo questi eventi, mettendone in discussione lo svolgimento. Diverse società scientifiche che rappresentano specialità mediche o chirurgiche già da tempo hanno ridotto o abbandonato tali pratiche anche prima del parere del CCNE. Due società scientifiche americane, l’American Association for Thoracic Surgery e la Society of Thoracic Surgeons, hanno vietato le dimostrazioni dal vivo alle loro convention nazionali. Tanti i dubbi da parte degli esperti, ai quali si aggiunge l’osservazione di gravi incidenti dal vivo.



I contro delle dimostrazioni dal vivo

Come evidenzia Le Monde, parlando delle dimostrazioni dal vivo in medicina, “Possiamo omettere lo stress degli operatori, che, seppur esperti, compiono un gesto senza rete di sicurezza davanti a centinaia di colleghi?”. Esistono inoltre discussioni sul valore educativo delle dimostrazioni dal vivo, la quale caratteristica principale è la spettacolarità. Le Monde sottolinea che esistono alternative sempre più efficienti e di facile implementazione, grazie alle tecniche di registrazione.

La sezione tecnica del CCNE ha avanzato vari dubbi: ai pazienti viene data la possibilità di rifiutare la registrazione in diretta, anche all’ultimo momento? Quali sono le conseguenze di un rifiuto sulla sua cura? È possibile che il pubblico sia a conoscenza di una diagnosi a volte difficile prima del paziente stesso? Il segreto medico è ben preservato? E qual è il vero vantaggio di tali pratiche in termini di formazione? Oggi appare molto più problematico che trattamenti tecnici difficili vengano somministrati dal vivo, in uno “spettacolo pubblico”, anche se professionale. Per questo il CCNE parla di mettere in discussione tali pratiche.