Gaffe di Dino Giarrusso a L’Aria che tira su un servizio realizzato dal programma di La7. «C’era anche un errore su una data, quando lui dice quella cosa di Di Maio… Non era il 2019, ma il 2017. C’erano due anni di errore, ma non fa niente», dichiara l’europarlamentare del MoVimento 5 Stelle. In realtà, è lui a commettere un errore contestando il servizio. Mentre il dibattito prosegue, qualcuno nella redazione effettua le verifiche e fa sapere al conduttore Francesco Magnani che in realtà le date riportate nel servizio erano corrette. Allora il giornalista non perde occasione per farlo notare al suo ospite. «Prima ha usato la matita blu con un nostro servizio contestando la data. Abbiamo fatto le nostre verifiche, quando Beppe Grillo confermò la fiducia a capo politico non era il 2017 come lei sosteneva, ma era il 2019, questo per rendere onore all’ottimo servizio». Un po’ imbarazzato Giarrusso ha fatto retromarcia: «Non credo, ma non c’è problema, ci mancherebbe altro, chiedo scusa se ho sbagliato».



DINO GIARRUSSO SU SCONTRO CONTE-GRILLO

Dino Giarrusso era stato invitato in studio per analizzare lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che sta tenendo banco nel MoVimento 5 Stelle. Era attesa, infatti, la conferenza stampa dell’ex premier, a cui seguirà nelle prossime ore la replica del co-fondatore M5s. «Ci auguriamo che ci sia un accordo fra due pilastri del Movimento. Non credo che si possa prescindere dalla presenza del fondatore Grillo, ma allo stesso tempo Conte rappresenta il punto più alto di quel percorso politico nato da Grillo e Casaleggio», il commento dell’europarlamentare grillino. Quindi, Dino Giarrusso ha aggiunto: «All’inizio Fassino fece la famosa profezia su Grillo, ‘faccia un partito’: ricordo che Dc, Pci e M5s sono riusciti a ottenere più del 30 per cento alle politiche. Poi con Conte siamo arrivati alla presidenza del Consiglio. Non mi risulta che Grillo abbia detto a Conte di farsi un suo partito. Ci sono delle distanze, un conto è forzare determinate discussioni… Mi auguro che arrivi un accordo».



 

Leggi anche

ARRESTARE NETANYAHU?/ Il doppio dilemma del Governo e cosa (non) farà l'Italia