«Dio non è maschio, non è bianco e non è neanche definibile: è neutro, e perciò serve mettere l’asterisco dopo il suo nome»: la “fantasiosa” proposta, perfettamente incarnata nello spirito del tempo, arriva dalla Katholische junge Gemeinde (Comunità cattolica giovanile) in Germania, citata oggi dal “Messaggero”. Mentre i vescovi da oltre un anno si ritrovano immersi nel Sinodo della Chiesa tedesca tra disquisizioni “etiche” d’ogni genere – matrimoni gay, donne consacrate, comunione ai divorziati – la proposta giunta dalla Comunità dei giovani punta dritto all’offensiva “politically correct”, sfornando l’arma moderna del “gender fluid”. «Dio va scritto con l’asterisco», così dunque “Dio*” andando così a schiacciare l’occhiolino alla comunità LGBTQ*.



E così una discussione eterna come il “sesso” di Dio rischia di venir banalizzata in una discussione mediatica che accende le attenzioni di stampa e mainstream ma che non sembra portare effettivo contributo alla questione. «Il dibattito teologico sulla questione non è rilevante in questo momento. Abbiamo ben altri problemi da affrontare nella Chiesa in questo momento», è stata la nettissima risposta del portavoce della Conferenza Episcopale tedesca, Matthias Kopp, stroncando sul nascere l’intento “polemico” della nota dei Giovani cattolici. Il vescovo ha poi aggiunto aggiunto che «Dio è più del sole, della luna e delle stelle. Quindi, non possiamo afferrare Dio. Non possiamo descrivere Dio a parole».



IL “GENERE” DI DIO

In maniera più approfondita e dotta nel 2010 il Papa Emerito tedesco, Benedetto XVI, nel libro con Peter Seewald, espresse il medesimo concetto: «Dio è Dio. Non è né uomo né donna, ma è al di là dei generi. È il totalmente Altro. Credo che sia importante ricordare che per la fede biblica è sempre stato chiaro che Dio non è né uomo né donna ma appunto Dio e che uomo e donna sono la sua immagine. Entrambi provengono da lui ed entrambi sono racchiusi potenzialmente in lui». Non “sapere” il genere di Dio non significa che questi diventi un “neutro” che non rechi “danno” a nessuno: se è vero che per la Katholische junge Gemeinde l’immagine di un Dio “non femminile” è una sorta di offesa al nostro tempo, è altrettanto netta la replica della Chiesa che difende il concetto originario del Mistero dalle “lotte progressiste”. «La rappresentazione di un Dio maschio e bianco non è all’altezza e rende più difficile l’accesso di molti giovani alla Chiesa e alla fede», avanzano i giovani cattolici tedeschi allargando quel “rischio scisma” in atto da tempo ormai nella Chiesa di Germania. Per il momento la Conferenza ha risposto “compatta” nonostante le varie anime diverse al proprio interno, anche sul tema cardine del rapporto tra fede e “natura/genere”. Davanti all’avanzare anche in Vaticano del concetto di “Dio come madre” – per primo lo aveva spiegato Papa Giovanni Paolo I nel suo brevissimo Pontificato – era stato ancora Ratzinger ad intervenire chiarendo i termini della questione: «Madre non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù, sullo sfondo della Sacra Scrittura, ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto». Davanti alle nuove mire dei cattolici progressisti, però, ci sarà un “nuovo” Ratzinger in grado di recuperare le vere origini della fede cristiana e della Dottrina Sociale?

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