Giulio Maira, neurochirurgo di fama internazionale, ha parlato del cervello umano sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero”, dicendo che il sentimento irrinunciabile è quello dell’amore, che rappresenta “la porta per la felicità. L’amore dà senso alla vita, è dedizione. E la parola più bella che mi viene in mente è ‘passione’, perché è lei che ci muove verso grandi realizzazioni e dà emozioni alla nostra vita”. Il ricordo più felice della vita dell’esperto è rappresentato dall’incontro con sua moglie Carla, mentre il più brutto si rinnova ogni volta in cui “non riesco a dare una risposta e un malato e mi rendo conto che la scienza deve arrendersi”.
In neurochirurgia, peraltro, il confronto con la morte fa parte di un’esperienza quasi quotidiana e il professor Giulio Maira ha sottolineato che “per la scienza la morte è la fine della vita, la conclusione di un’esistenza. Per noi uomini, in ogni persona che muore c’è la scomparsa di un mondo di affetti, di emozioni, di sogni, di sapere, che non tornerà mai più. Da uomo di scienza dico che Dio è l’unica spiegazione che so dare alla perfezione e alla complessità della realtà in cui viviamo. Da credente quale sono, Dio per me è una fede che rende bello e dolce il pensiero della morte”.
GIULIO MAIRA: “DEDICHEREI LA MIA ULTIMA LETTERA A MIA MOGLIE CARLA”
Sempre su “Il Messaggero”, il professor Giulio Maira si è focalizzato sull’odio, che è la risposta istintiva e primordiale a un torto: “Dobbiamo trasformarlo in occasione di crescita, esercitare il primato della ragione – ha asserito –. Personalmente non ho mai provato odio, ma rabbia sì. Rabbia e dispiacere per avere dedicato anni della mia vita a delle persone per le quali contavano solo gli aspetti economici, senza un briciolo di amore o di comprensione. Ma ciò che continuo a non capire è perché vicende private diventino materia di gossip giornalistico”.
Il denaro, menzionato dal neurochirurgo, per lui è “importante per vivere bene, ma non bisogna farne il fine della vita. La ricchezza l’ho raggiunta con il sacrificio del mio lavoro, ma non ho esitato a rinunciare a tutto per la scelta di stare con la donna che amo e con cui ho costruito una vera famiglia. Non me ne pento”. Infatti, l’ultima lettera della sua vita Giulio Maira la indirizzerebbe a sua moglie Carla: “Per me è stata tutto e la ringrazierei per l’affetto e l’amore con cui mi ha regalato i suoi anni più belli, rendendo bellissimi i miei. Le direi che mi sono innamorato della persona speciale che è, del suo animo gentile e generoso, della sua caparbietà nel lavoro, della sua capacità di dedicarsi agli altri senza limiti. La guardo ancora con gli occhi della prima volta, innamorati e stupiti per la dolcezza e l’amore che vedo nei suoi”.