Diodato non ha avuto la possibilità di gareggiare nel 2020 all’Eurovision 2022 con la sua “Fai rumore (la manifestazione era stata annullata a causa della pandemia), ma ora avrà il suo “risarcimento”  e sarà presente nel 2022 in veste di ospite speciale. Questa sarà un’edizione particolare proprio perché si terrà a Torino, in cui molti si augurano che il nostro Paese possa fare la doppietta con Blanco e Mahmood dopo la vittoria di un anno fa dei Maneskin.



È stato lui stesso ad annuncialo con grande orgoglio al Tg1 nel momento in cui ha avuto la conferma: Saremo in tanti italiani sul palco ed è bello che la musica italiana stia viaggiando per il mondo e sono contento di far parte di questo flusso musicale. L’Eurovision rappresenta la forza di amplificare i messaggi della musica, di abbattere le barriere, unire i popoli e mandare un messaggio di pace e umanità importante”.



Diodato sarà ospite all’Eurovision 2022: la sua emozione

Pur non essendo presente in veste di concorrente, Diodato non può che essere felice di poter essere tra gli ospiti di una kermesse importante come l’Eurovision Song Contest, in cui saranno in tanti gli italiani presenti (ci sarà anche Achille Lauro in rappresentanza di San Marino). Il cantante non riesce quindi a nascondere la sua felicità a pochi giorni dall’evento: “Salire su quel palco è un’emozione forte – ha detto ai microfoni di Sky Tg24 -. “Un’emozione che stavo aspettando da due anni, sono felice di poterlo fare, ringrazio per l’invito. Non vedo l’ora, in qualche modo, di ritrovare anche tutte quelle persone che in questi anni mi hanno manifestato il proprio affetto da tutto il mondo”.



La canzone con cui aveva vinto il Festival di Sanremo due anni fa si era trasformata in breve tempo in una sorta di “inno della pandemia“, cantata da molti per farsi coraggio in uno dei periodi più difficili nella storia del nostro Paese. Questo può valere anche oggi in cui il mondo è alle prese con una guerra che continua ormai da troppe settimane: Il compito di un artista in questi periodi è sempre quello di unire, di far riflettere, di mostrare ciò che non viene mostrato, di creare “ponti” tra i popoli tra le persone, tra gli esseri umani” – ha concluso.