Il ricorso di 80 lavoratori di Bnl Bnp Paribas contro la cessione di alcuni rami d’azienda è stato accolto dal Tribunale di Roma. I dipendenti del back office destinati ad Ast, srl del gruppo Accenture, dovranno ora essere riassunti dal gruppo bancario. Vari sindacati (Unisin, Uilca, Fabi, First e Fisac) si erano opposti all’operazione mentre il gruppo bancario ha comunicato che “nel rispetto della decisione assunta dal Tribunale, la banca si sta attivando per darvi seguito. Bnl rimane, altresì, convinta delle scelte a suo tempo effettuate e del valore industriale e strategico della partnership con Accenture e si riserva ogni azione a sostegno della propria posizione”.



Secondo l’istituto di credito “il contratto di servizio con Accenture rimarrà operativo così come gli impegni presi da entrambe le parti”. La banca provvederà comunque, con effetto immediato, a ripristinare il rapporto di lavoro con i dipendenti interessati dalla sentenza e ad avviare un percorso di informazione e confronto con le organizzazioni sindacali. Per Tommaso Vigliotti, Segretario Nazionale di Unisin e segretario responsabile per il gruppo Bnl Bnp Paribas, “quelle cessioni sono illegittime, i presunti rami d’azienda non rispettano i requisiti fissati dalla normativa vigente: ne eravamo convinti quando abbiamo osteggiato in tutti i modi quelle operazioni, rinunciando a sottoscrivere accordi capestro e che sarebbero stati anche immorali”.



Bnl, i dipendenti fanno causa: “Decisione del gruppo bancario illegittima”

Secondo la segretaria nazionale Uilca Mariangela Verga, “Bnl avrebbe dovuto ascoltare le nostre ragioni anziché andare ciecamente avanti nel proprio progetto che ora viene smentito dai giudici”. Il progetto di esternalizzazione di massa è stato ostacolato anche dai rappresentati Fabi in Ast: “Questa è la prova che avevamo ragione come Fabi nel sostenere sempre che tutte le esternalizzazioni di Bnl non avessero un supporto giuridicamente sostenibile. Questa operazione di esternalizzazione ha una portata mai registrata nel settore bancario in Italia, in quanto ha riguardato, oltre i 508 lavoratori sopra indicati, anche altri circa 300 del settore di Information Technology della stessa Bnl, per un totale di circa 800 dipendenti”.



Di questi 508, circa 360 hanno impugnato in Tribunale la cessione sostenendone l’illegittimità. Il segretario nazionale di First Cisl, Fabio Brunamonti, ha dichiarato: “La decisione del Giudice del Lavoro di Roma, che ha dichiarato illegittima la cessione del ramo d’azienda Bnl ad Ast, società del gruppo Accenture, dimostra che avevamo ragione nel denunciare la violazione delle norme da parte dell’azienda. Questa sentenza, così come quelle che l’hanno preceduta, deve rappresentare un monito nei confronti di chi pensa sia possibile tagliare i costi a scapito dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.