E’ diventato virale il video in diretta Instagram pubblicato dal carcere di Torino per mostrare le condizioni in cui sono rinchiusi i detenuti. A segnalare la notizia è il Corriere della Sera, edizione Torino, che narra di un filmato realizzato da un trapper di Barriera di Milano rinchiuso appunto in galera e che non ha problemi a mostrarsi in volto, sprezzante delle regole che ovviamente vietano di poter utilizzare uno smartphone in carcere. Eppure dalle parti del Lorusso e Cotugno, ma così come di altre carceri italiane, non è la prima volta che vengono introdotti telefoni illegalmente.



Alcuni sono “old school”, potendo solo permettere chiamate e inviare messaggi, mentre altri sono più moderni, come appunto quello utilizzato per girare il video della diretta Instagram dal carcere di Torino del trapper di cui sopra. In compagnia di altri detenuti, il ragazzo mostra il vetro della finestra della sua cella, che è rotto, invitando i suoi follower e i suoi fan a mostrare al mondo intero le condizioni dei detenuti, una richiesta di aiuto, sottolinea il Corriere della Sera, ma anche un “guanto di sfida” alle autorità.



DIRETTA INSTAGRAM CARCERE TORINO: “SIAMO IN 1.600…”

Il trapper, durante la diretta Instagram dal carcere di Torino, sottolinea che i ragazzi rinchiusi in galera non stanno bene, ci sono i muri che cadono a pezzi e c’è gente che non ha famiglia, che non ha nulla, invitando ancora una volta a diffondere le notizie sui social. Anche alle Vallette, come in numerosi carceri italiane, c’è il problema del sovraffollamento con il detenuto che ricorda che in galera sono 1.600 contro una capienza di 1.200.

Una mano in tal senso potrebbe arrivare dal Decreto Carceri che permetterà un accesso più facile alla libertà anticipata, ma anche nuove assunzioni nel corpo delle guardie penitenziarie. Nel frattempo però la situazione resta critica, e il video resta un esempio lampante delle numerose problematiche presenti nelle galere del BelPaese.



DIRETTA INSTAGRAM CARCERE TORINO: UN VIDEO DI TRE MINUTI…

Nel video in diretta Instagram dal carcere di Torino, il giovane lamenta di non aver mai visto l’educatrice ne tanto meno il direttore, ma anche di non avere dei permessi. Un filmato di tre minuti in totale durante il quale, come sottolinea ancora il Corriere della Sera, delle “guardie penitenziare neanche l’ombra”.

Da quando è scoppiato il covid l’amministrazione delle varie carceri ha fornito i cellulari ai detenuti, di modo da favorire i contatti con le famiglie (a proposito, nel decreto carceri sono previste maggiori telefonate e più visite di persona), ma in parallelo ai telefoni regolari vi sono quelli clandestini. Molte volte vengono utilizzati per effettuare appunto delle dirette social, ma, caso ancora più grave, spesso e volentieri li si usa per continuare ad effettuare attività illecite, un giro di droga, violenze, omicidi, il tutto dalla propria cella, comandando ciò che succede fuori per esercitare ancora il proprio potere.