Papa Francesco ha dedicato agli artisti l’introduzione della Santa Messa di questa mattina in diretta dalla Cappella di Casa Santa Marta: «Preghiamo oggi per gli artisti, che hanno questa capacità di creatività molto grande e per la strada della bellezza ci indicano la strada da seguire. Che il Signore ci dia a tutti la grazia della creatività in questo momento». È un giorno particolare per la chiesa italiana oggi visto che da ieri sera purtroppo è stato rimandato ancora la possibilità per i fedeli di potersi recare a messa, vietato ancora dal Governo nel prossimo Dpcm che avrà attuazione dal 4 maggio fino al 18 maggio: nell’omelia di stamane il Santo Padre non ne ha parlato ma la sua posizione è chiara da tempo quando già qualche settimana fa aveva con veemenza ribadito che non sono veri Sacramenti quelli celebrati in video streaming e che la situazione avrebbe dovuto cambiare al più presto.

In attesa di uno sviluppo dello scontro tra Cei e Governo, stamattina Papa Francesco si è concentrato nel commento del Vangelo del giorno sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo», ribadiva Gesù alla folla, con il Papa che allora commenta «Il Signore fa tornare sempre al primo incontro, al primo momento nel quale Lui ci ha guardato, ci ha parlato e ha fatto nascere dentro di noi la voglia di seguirlo. Questa è una grazia da chiedere al Signore, perché noi nella vita sempre avremo questa tentazione di allontanarci perché vediamo un’altra cosa: “Ma quello andrà bene, ma quell’idea è buona…”. Ci allontaniamo. La grazia di tornare sempre alla prima chiamata, al primo momento».

OMELIA E REGINA COELI DELLA DOMENICA

È stata una domenica molto densa quella appena passata e sarà subito con la Santa Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta che Papa Francesco tenterà di “raccogliere” le tante sfide lanciate ieri nell’omelia mattutina e poi nello splendido messaggio per il Regina Coeli. Dai discepoli di Emmaus all’incontro con Cristo che “salva” l’inquietudine di cui è permeato il cuore dell’uomo, fino al passaggio di conversione dall’io a Dio per finire con la differenza tra il “se” e il “sì” al Signore. In diretta tv su Rai 1 e Tv2000 (e in video streaming su RaiPlay e YouTube VaticanNews) dalle ore 7, il Santo Padre celebrerà l’inizio della nuova settimana avendo ancora nell’eco quanto riferito ieri nel duplice messaggio a fedeli in collegamento: «Tante volte abbiamo sentito che il cristianesimo non è solo una dottrina, non è un modo di comportarsi, non è una cultura. Sì, è tutto questo, ma più importante e per primo, è un incontro. Una persona è cristiana perché ha incontrato Gesù Cristo, si è lasciata incontrare da Lui».

Non è solo il commento al Vangelo su Emmaus ma è anche il senso profondo della “rivoluzione” di Cristo nel mondo e forse raramente come in questo periodo di pandemia il valore dell’incontro è divenuto tanto decisivo. «Noi siamo nati con un seme di inquietudine. Dio ha voluto così: inquietudine di trovare pienezza, inquietudine di trovare Dio, tante volte anche senza sapere che noi abbiamo questa inquietudine. Il nostro cuore è inquieto, il nostro cuore ha sete: sete dell’incontro con Dio. Lo cerca, tante volte per strade sbagliate: si perde, poi torna, lo cerca… Dall’altra parte, Dio ha sete dell’incontro, a tal punto che ha inviato Gesù per incontrarci, per venire incontro a questa inquietudine», sottolineava ancora ieri nell’omelia della mattina.

MESSA PAPA FRANCESCO, IL “SÌ” A DIO

Dalla Santa Messa da Casa Santa Marta, al Regina Coeli ed è ancora Papa Francesco a illuminare il senso di questa terza settimana dopo Pasqua con il duplice “gioco di parole” – come lo ha chiamato lui stesso – che si può “imparare” dai Vangeli dopo la Resurrezione. «Gesù è vivo, Gesù mi ama. Questa è la realtà più grande. E io posso fare qualcosa per gli altri. È una bella realtà, positiva, solare, bella! L’inversione di marcia è questa: passare dai pensieri sul mio io alla realtà del mio Dio; passare – con un altro gioco di parole – dai “se” al “sì”. Dai “se” al “sì”», introduce il Santo Padre, spiegando poi come l’elenco di tante obiezioni che l’uomo può fare per riconoscerlo può risolversi in un unico modo, «“Se fosse stato Lui a liberarci, se Dio mi avesse ascoltato, se la vita fosse andata come volevo, se avessi questo e quell’altro…”, in tono di lamentela. Questo “se” non aiuta, non è fecondo, non aiuta noi né gli altri. Ecco i nostri se, simili a quelli dei due discepoli (di Emmaus, ndr). I quali passano però al sì: “sì, il Signore è vivo, cammina con noi. Sì, ora, non domani, ci rimettiamo in cammino per annunciarlo”».

È un cambio di passo secondo Papa Francesco che conduce dall’io, dall’autocentramento del proprio ego, a “Dio”, al servizio e all’apertura verso il misterioso disegno su ciascuno di noi: «Questo cambio di passo, dall’io a Dio, dai se al sì, com’è accaduto nei discepoli? Incontrando Gesù: i due di Emmaus prima gli aprono il loro cuore; poi lo ascoltano spiegare le Scritture; quindi lo invitano a casa. Sono tre passaggi che possiamo compiere anche noi nelle nostre case». Infine, l’appello finale che si vede sottobraccio anche int ante precedenti omelie nei giorni scorsi dopo la Pasqua: «nella vita siamo sempre in cammino. E diventiamo ciò verso cui andiamo. Scegliamo la via di Dio, non quella dell’io; la via del sì, non quella del se. Scopriremo che non c’è imprevisto, non c’è salita, non c’è notte che non si possano affrontare con Gesù. La Madonna, Madre del cammino, che accogliendo la Parola ha fatto di tutta la sua vita un “sì” a Dio, ci indichi la via».