Continua la catechesi di Papa Francesco all’interno delle sue celebrazioni mattutine dalla Cappella di Casa Santa Marta, con il tema primario dopo la Pasqua che resta quello dello Spirito Santo: nell’attesa della Pentecoste, anche nella Santa Messa di quest’oggi la riflessione centrale dell’omelia si è incentrata sul rapporto tra lo Spirito del Signore le tante divisioni che affollano la storia dell’umanità. Il Papa ne individua tre: i soldi, la vanità e il chiacchiericcio. «I soldi dividono, l’amore dei soldi divide la comunità, divide la Chiesa. Tante volte, nella storia della Chiesa, dove ci sono deviazioni dottrinali – non sempre, però tante volte – dietro ci sono dei soldi: i soldi del potere, sia potere politico, sia soldi in contanti, ma sono soldi»; non solo, per il Papa anche la vanità crea danni spesso irreparabili nelle relazioni, «”Ti ringrazio, Signore, perché io non sono come gli altri” (cfr Lc 18,11), la preghiera del fariseo». Infine il parlar male degli altri, quel «chiacchiericcio che il Diavolo mette in noi come un bisogno di sparlare degli altri».
Al termine dell’omelia il Santo Padre ribadisce l’invocazione del Spirito Santo che «viene sempre con la sua forza per salvarci da questa mondanità dei soldi, della vanità e del chiacchiericcio, perché lo Spirito non è il mondo: è contro il mondo. È capace di fare questi miracoli, queste grandi cose. Chiediamo al Signore questa docilità allo Spirito perché Lui ci trasformi e trasformi le nostre comunità, le nostre comunità parrocchiali, diocesane, religiose: le trasformi, per andare sempre avanti nell’armonia che Gesù vuole per la comunità cristiana». Prima della Messa da Santa Marta, il Papa ha ricordato nell’introduzione un piccolo ma importante “momento” da preservare in questo periodo di pandemia: «In questo tempo c’è tanto silenzio. Anche, si può sentire il silenzio. Che questo silenzio, che è un po’ nuovo nelle nostre abitudini, ci insegni ad ascoltare, ci faccia crescere nella capacità di ascolto. Preghiamo per questo».
MESSA SANTA MARTA: DIRETTA VIDEO TV
Nascere dallo Spirito come Nicodemo e avere fede anche “oltre” i comandamenti: dalla Santa Messa di ieri in Cappella Casa Santa Marta Papa Francesco ha introdotto il tema della settimana, ribadendo come dopo la Pasqua e la Resurrezione il messaggio di Cristo è rimasto nel mondo attraverso l’opera dello Spirito Santo. Appuntamento anche oggi alle ore 7 con la nuova celebrazione in diretta tv Rai 1 (e Tv2000) e video streaming su RaiPlay e Vatican News, dove il Santo Padre proseguirà nell’accompagnare i fedeli in ascolto con i giorni e le invocazioni dopo la Pasqua: nello specifico, con la festa per la Divina Misericordia ancora nell’aria, il Santo Padre non rinuncia a ribadire cosa debba essere centrale nella ripresa della vita durante e dopo la pandemia da coronavirus
«Davanti alle difficoltà, davanti a una porta chiusa, che loro non sapevano come andare avanti, vanno dal Signore, aprono il cuore e viene lo Spirito e dà loro quello di cui hanno bisogno e vanno fuori a predicare, con coraggio, e avanti. Questo è nascere dallo Spirito». Ieri prima della Messa a Santa Marta, Papa Francesco ha poi voluto riprendere un tema già annunciato nei primi tempi della quarantena, nelle scorse settimane: ovvero la politica, «Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che hanno vocazione politica: la politica è una forma alta di carità. Per i partiti politici nei diversi Paesi, perché in questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del Paese e non il bene del proprio partito».
PAPA FRANCESCO, L’OMELIA DI IERI
Nell’omelia della Santa Messa in diretta dalla Cappella di Casa Santa Marta ieri Papa Francesco ha poi sottolineato la necessità ulteriore di comprendere il senso dello Spirito Santo anche nel mondo di oggi: «Nascere dall’alto, nascere dallo Spirito. È il salto che la confessione di Nicodemo deve fare e lui non sa come farla. Perché lo Spirito è imprevedibile. La definizione dello Spirito che Gesù dà qui è interessante: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito» (v. 8), cioè libero. Una persona che si lascia portare da una parte e dall’altra dallo Spirito Santo: questa è la libertà dello Spirito. E chi fa questo è una persona docile e qui si parla della docilità allo Spirito». Per questo motivo, come già ribadiva splendidamente Benedetto XVI nel suo pontificato, essere cristiano è prima di tutto la gioia di essere voluti e “portati” dallo Spirito, prima ancora dei comandamenti (che pure si devono osservare): «ma se tu ti fermi lì, non sei un buon cristiano. Essere cristiano è lasciare che lo Spirito entri dentro di te e ti porti, ti porti dove lui vuole. Nella nostra vita cristiana tante volte ci fermiamo come Nicodemo, davanti al “dunque”, non sappiamo il passo da fare, non sappiamo come farlo o non abbiamo la fiducia in Dio per fare questo passo e lasciare entrare lo Spirito».
Il Pontificato di Francesco ha più volte evidenziato che con le “sole” abitudini religiose non si fa una fede, perché così non si “nasce di nuovo” come invece invitava Gesù all’amico Nicodemo: «E come si prepara uno a nascere di nuovo? Con la preghiera. La preghiera è quella che ci apre la porta allo Spirito e ci dà questa libertà, questa franchezza, questo coraggio dello Spirito Santo. Che mai saprai dove ti porterà. Ma è lo Spirito. Che il Signore ci aiuti ad essere sempre aperti allo Spirito, perché sarà Lui a portarci avanti nella nostra vita di servizio al Signore».