Questa mattina Papa Francesco ha voluto dedicare il pensiero prima della Santa Messa da Casa Santa Marta a tutti gli infermieri e le infermiere di cui oggi si festeggia la Giornata Mondiale 2020: «Oggi è la giornata degli infermieri. Ieri ho inviato un messaggio. Preghiamo oggi per gli infermieri e le infermiere, uomini, donne, ragazzi e ragazze che svolgono questa professione, che è più di una professione, è una vocazione, una dedizione. Che il Signore li benedica. In questo tempo della pandemia hanno dato esempio di eroicità e alcuni hanno dato la vita. Preghiamo per le infermiere e gli infermieri».



Dalla cura come vocazione alla cura del cuore, donata da Gesù grazie alla sua semplice vita: «Il Signore prima di andarsene saluta i suoi e dà il dono della pace (cfr Gv 14,27-31), la pace del Signore: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (v. 27). Non si tratta della pace universale, quella pace senza guerre che tutti noi vogliamo che sempre ci fosse, ma la pace del cuore, la pace dell’anima, la pace che ognuno di noi ha dentro», ribadisce il Santo Padre nell’omelia della messa di Santa Marta. Una pace che ancora Papa Francesco definisce come «feconda e contagiosa e non narcisistica», perché guarda al Signore: ecco che allora la termine della celebrazione, il Pontefice lancia l’appello «Che il Signore ci dia questa pace piena di speranza, che ci fa fecondi, ci fa comunicativi con gli altri, che crea comunità e che sempre guarda la definitiva pace del Paradiso».



IL LAVORO E IL MISTERO

Nell’ultima settimana prima della ripresa della Santa Messa “in presenza di popolo” (dal prossimo 18 maggio), prosegue senza sosta l’accompagnamento di Papa Francesco ai tutti i fedeli collegati in diretta video streaming per la Santa Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta: ore 7 appuntamento che si rinnova su Rai 1 e Tv2000 (e in video streaming su RaiPlay e YouTube Vatican News) con le riflessioni del giorno e ovviamente il commento al Vangelo prima dell’eucaristia spirituale, finora unica possibilità di ricevere il corpo di Cristo in questi lunghissimi 2 mesi di lockdown e chiusura delle Chiese.



«Ci uniamo oggi ai fedeli di Termoli, nella festa dell’Invenzione del corpo di San Timoteo. In questi giorni tanta gente ha perso il lavoro; non sono stati riassunti, lavoravano in nero… Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle che soffrono questa mancanza di lavoro», così ieri Papa Francesco aveva inviato il suo breve pensiero prima dell’inizio della Santa Messa a tutto il popolo dei lavoratori che nella pandemia Covid-19 soffre e soffrirà ancora molto la privazione o quasi assenza di lavoro. Una crisi che dovrà costringere in molti casi a «rivedere le condizioni di lavoro che vessano migliaia di persone», ha sempre ribadito il Santo Padre fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus.

MESSA PAPA FRANCESCO, L’OMELIA DI IERI

In attesa della nuova Santa Messa da Casa Santa Marta questa mattina, i temi principali della catechesi di Papa Francesco rilanciati nell’omelia di ieri seguono di pari passo quanto spiegato domenica scorsa sul Vangelo di Giovanni in merito al discorso di “commiato” di Gesù ai discepoli. Ieri il Santo Padre ha sottolineato il tema centrale dello Spirito Santo come presenza di Cristo in Terra dopo la sua Resurrezione: «Insegnare e ricordare. Questo è il compito dello Spirito Santo. Ci insegna: ci insegna il mistero della fede, ci insegna a entrare nel mistero, a capire un po’ più il mistero. Ci insegna la dottrina di Gesù e ci insegna come sviluppare la nostra fede senza sbagliare», introduce gli “attributi” dello Spirito Santo, poi aggiungendo «Ci mantiene svegli, sempre svegli nelle cose del Signore e ci fa ricordare anche la nostra vita: “Pensa a quel momento, pensa a quando hai incontrato il Signore, pensa a quando hai lasciato il Signore”».

Nella “memoria” lo Spirito Santo guida l’uomo per discernere la strada giusta da prendere, anche nelle piccole decisioni: «lo Spirito che insegna: ci insegnerà ogni cosa, cioè fa crescere la fede, ci introduce nel mistero; lo Spirito che ci ricorda: ci ricorda la fede, ci ricorda la nostra vita; e lo Spirito che in questo insegnamento e in questo ricordo ci insegna a discernere le decisioni che dobbiamo prendere». Un autentico dono quello dato da Gesù all’uomo, tanto all’ora quanto 2020 anni dopo: «Lo Spirito è il Dono di Dio. Lo Spirito è proprio il Dono. Non vi lascerò soli, vi invierò un Paràclito che vi sosterrà e vi aiuterà ad andare avanti, a ricordare, a discernere e a crescere. Il Dono di Dio è lo Spirito Santo. Che il Signore ci aiuti a custodire questo Dono che Lui ci ha dato nel Battesimo e che tutti noi abbiamo dentro».