Nella Santa Messa dalla Cappella di Casa Santa Marta, Papa Francesco torna a parlare di senzatetto nel dramma cui l’intero popolo italiano sta vivendo, rinchiusi in casa senza la possibilità di uscire: i clochard però soffrono ancora di più non avendola una casa e avendo pochissime possibilità di assistenza visto che sono calati inevitabilmente anche i volontari in giro per le città. Così nell’introduzione alla celebrazione di questa mattina, il Santo Padre ha voluto ricordarli citando un personaggio molto importante per la vita della Chiesa del Novecento: «Questi giorni di dolore e di tristezza evidenziano tanti problemi nascosti. Sul giornale, oggi, c’è una foto che colpisce il cuore: tanti senzatetto di una città sdraiati in un parcheggio, in osservazione … ci sono tanti senzatetto oggi. Chiediamo a Santa Teresa di Calcutta che risvegli in noi il senso della vicinanza a tante persone che nella società, nella vita normale, vivono nascoste ma, come i senzatetto, nel momento della crisi, si evidenziano così». Nell’omelia a seguire, Papa Francesco ha tracciato la catechesi sulle tre dimensioni della vita cristiana: elezione, promessa e alleanza.
Ecco un estratto dall’omelia: «L’elezione, la promessa e l’alleanza, sono le tre dimensioni della vita di fede, le tre dimensioni della vita cristiana. Ognuno di noi è un eletto, nessuno sceglie di essere cristiano fra tutte le possibilità che il “mercato” religioso gli offre, è un eletto. Noi siamo cristiani perché siamo stati eletti. In questa elezione c’è una promessa, c’è una promessa di speranza, il segnale è la fecondità: Abramo sarai padre di una moltitudine di nazioni e … sarai fecondo nella fede (cf. Gen. 17,5-6). La tua fede fiorirà in opere, in opere buone, in opere di fecondità anche, una fede feconda. Ma tu devi – il terzo passo – osservare l’alleanza con me (cf. 17,9). E l’alleanza è fedeltà, essere fedele».
MESSA PAPA FRANCESCO DA SANTA MARTA
«Oggi vorrei che pregassimo per tutti coloro che lavorano nei media, che lavorano per comunicare, oggi, perché la gente non si trovi tanto isolata; per l’educazione dei bambini, per l’informazione, per aiutare a sopportare questo tempo di chiusura», con un messaggio dedicato ai giornalisti e agli operatori dei media Papa Francesco ha aperto la Santa Messa in diretta da Casa Santa Marta nella giornata di ieri, il primo giorno di aprile dopo un mese di marzo tragico e segnato dal dolore per la pandemia. E così anche oggi, con la consueta diretta tv (Rai 1 e Tv2000) e video streaming (canali social Vatican News) sarà possibile seguire stamane la celebrazione dalla Cappella di Casa Santa Marta con un nuovo pensiero e nuove riflessioni legate al Vangelo della Quaresima e allo straordinario e difficile momento che l’Italia intera sta sopportando.
«Oggi leggiamo insieme la sesta beatitudine, che promette la visione di Dio e ha come condizione la purezza del cuore. Dice un Salmo: «Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto» (27,8-9). Questo linguaggio manifesta la sete di una relazione personale con Dio, non meccanica, non un po’ nebulosa, no: personale», lo ha ricordato ieri nell’Udienza Generale sempre Papa Francesco, proseguendo la catechesi per la Pasqua con il penultimo appuntamento prima della Domenica delle Palme e appunto per la grande festa della Resurrezione di Cristo.
PAPA FRANCESCO, L’OMELIA DI S.MARTA DEL 1 APRILE
In attesa di conoscere il nuovo pensiero sul Vangelo del giorno, ripercorriamo i punti più importanti toccati ieri dall’omelia di Papa Francesco nella Messa da Casa Santa Marta: secondo il testo di Giovanni (capitolo 8) c’è la discussione tanto forte tra Gesù e i dottori della Legge, «è una delle pagine più tristi, è una bestemmia. Insultano la Madonna.
Ma parlando dell’identità, Gesù disse ai giudei che avevano creduto, consiglia loro: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero i miei discepoli” (Gv 8,31). Torna quella parola tanto cara al Signore che la ripeterà tante volte, e poi nella cena: rimanere. “Rimanete in me”. Rimanere nel Signore. Non dice: “Studiate bene, imparate bene le argomentazioni”: questo lo dà per scontato. Ma va alla cosa più importante, quella che è più pericolosa per la vita, se non si fa: rimanere».
Sempre ieri Papa Francesco invitava poi tutti i fedeli in ascolto di mettere in pratica la straordinaria testimonianza di Gesù davanti ai sapienti dottori della Legge, «Chiedo al Signore che ci faccia conoscere questa saggezza di rimanere in Lui e ci faccia conoscere quella familiarità con lo Spirito: lo Spirito Santo ci dà la libertà. E questa è l’unzione. Chi rimane nel Signore è discepolo, e il discepolo è un unto, un unto dallo Spirito, che ha ricevuto l’unzione dello Spirito e la porta avanti. Questa è la strada che Gesù ci fa vedere per la libertà e anche per la vita. E il discepolato è l’unzione che ricevono coloro che rimangono nel Signore. Il Signore ci faccia capire, questo che non è facile: perché i dottori non l’avevano capito, non si capisce soltanto con la testa; si capisce con la testa e con il cuore, questa saggezza dell’unzione dello Spirito Santo che ci fa discepoli».