L’Europa non cambia strada. E mantiene il piano che obbligherà entro il 2030 a riqualificare gli edifici per efficientarli sotto il profilo energetico e portarli in classe E entro il 2030, prima tappa di un percorso che implicherà la classe D entro il 2033 e successivamente le emissioni zero.
Il Parlamento europeo, infatti, ha approvato la tanto discussa direttiva green che dovrebbe riqualificare le case e portare a un miglioramento ambientale, a prezzo però di ristrutturazioni tanto onerose per i proprietari da mettere in dubbio il piano stesso. In Italia riguarda il 75% delle abitazioni. Il voto del Parlamento, tuttavia, non è l’ultima parola: la procedura prevede un altro step. Ecco cosa comporta. Lo spiega Lorenzo Pace, professore di diritto dell’Unione Europea nell’Università del Molise.
Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green. Che cosa prevede ora la procedura europea?
Il procedimento legislativo ordinario dell’Unione Europea, utilizzato per la direttiva “case green”, è differente da quello tipico degli Stati membri. Le istituzioni che vi partecipano sono la Commissione, che propone il progetto normativo, il Parlamento europeo, che rappresenta i cittadini dell’Unione, ed il Consiglio che rappresenta gli Stati membri.
Come si sviluppa la procedura legislativa?
La procedura legislativa ordinaria prevede, come detto, una proposta della Commissione. A fronte di questa il Parlamento europeo e il Consiglio esprimono le rispettive posizioni al fine di individuare un testo comune. Tale procedimento può svilupparsi fino a tre differenti letture della misura da parte del Parlamento e del Consiglio in una procedura che può essere particolarmente lunga dal punto di vista temporale. Per tale motivo sono spesso usati i “triloghi”.
Che cosa è il trilogo, quali sono i soggetti protagonisti di questa fase e come intervengono?
Quando si parla di “trilogo” si fa riferimento ad un procedimento sviluppato nella prassi tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Il “trilogo” consiste in incontri anche informali tra le tre istituzioni al fine di trovare più rapidamente una posizione comune tra di esse. L’uso del “trilogo” non costituisce, però, certezza di approvazione del provvedimento.
E dopo questa fase viene quella dell’approvazione definitiva?
Come detto, dal punto di vista giuridico né l’approvazione del Parlamento Ue, come nel caso della direttiva sulle “case green”, né l’attivazione del “trilogo” è certezza della futura approvazione del provvedimento. È certo però che tanto il Consiglio nell’ottobre 2022, quanto il Parlamento europeo nell’approvazione di oggi, hanno espresso favore, sebbene non coincidente nel relativo contenuto, alla proposta di direttiva della Commissione del 2021. Sembra quindi esservi la volontà politica, anche in considerazione dell’importanza geopolitica dell’efficienza energetica in Europa, a trovare un compromesso tra le istituzioni dell’Ue.
Con il trilogo come può essere modificata la direttiva approvata dal Parlamento? Ci sono limiti entro i quali agire o può essere anche cambiata del tutto?
Nel “trilogo” si cerca di trovare un compromesso tra la posizione espressa dal Consiglio e quella espressa dal Parlamento. Le modifiche che si possono attendere all’interno del “trilogo” sono costituite non tanto dallo stravolgimento delle posizioni espresse precedentemente, quanto dall’individuazione di un punto di caduta tra quanto espresso da Consiglio e Parlamento europeo.
Prosegue anche la procedura relativa al divieto di produzione di auto a benzina e diesel dal 2035. Dopo il voto del Parlamento alcuni Stati membri hanno espresso un parere contrario e si parla almeno di un rinvio della discussione. Si può fare un parallelo sulle due procedure?
La procedura relativa alla direttiva auto green è una dimostrazione di quanto sopra sottolineato. Anche a fronte di un accordo politico tra Consiglio e Parlamento per tale misura, in quel caso apparentemente trovato tra l’ottobre 2022 e il febbraio 2023, questo non ha determinato necessariamente una rapida approvazione del relativo provvedimento. In questo caso la decisione formale del Consiglio sulla direttiva auto green, che doveva avvenire il 7 marzo scorso, è stata rinviata sine die. Questo può avvenire soprattutto in settori, come quello del settore immobiliare e delle automobili, in cui la situazione di fatto nei differenti Stati membri presenta caratteristiche profondamente differenti e quindi interessi divergenti.
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