DIREZIONE NAZIONALE PD, LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO LETTA
È durata più di un’ora la relazione iniziale del Segretario Enrico Letta alla Direzione Nazionale del Pd a Largo del Nazareno: le conferme di non volersi candidare e di considerare conclusa la sua permanenza dalla guida del Partito Democratico, l’invocazione a nuovi capigruppo sempre donne e soprattutto l’annuncio di tempistiche “strette” per la convocazione del Congresso dem. Una data vera e propria ancora non è stata avanzata, ma probabilmente delle ipotesi verranno prese al termine della Direzione che entra ora nel vivo con l’intervento dei vari delegati iscritti all’ordine del giorno.
«Vorrei che il PD tornasse all’esperienza di partito pugnace che fece cadere il governo Berlusconi e che portò il rapporto debito/Pil al 100 per 100», ha introdotto il Segretario dimissionario nella sua relazione iniziale, «Il PD vesta subito i panni dell’opposizione». Letta ammette la sconfitta e le scelte sbagliate sul “governismo” del Pd, ma rilancia «il simbolo rimanga quello che c’è […] Quando governo cadrà, si vada al voto: no a governi di salvezza pubblica. Il percorso del congresso va concluso entro l’inverno: avanti le nuove generazioni». In merito all’inizio della legislatura, l’auspicio di Letta è che siano ancora due donne a guidare i gruppi parlamentari: «Le prossime capogruppo siano donne. Nella rappresentanza parlamentare abbiamo fallito. Dall’altra parte ci sarà la prima premier donna e dobbiamo essere credibili su questo punto», ha spiegato Letta alla Direzione Pd. Sul Congresso vero e proprio ha poi aggiunto al termine del suo discorso, «Il percorso del congresso va concluso entro l’inverno. Guiderò io questo percorso con la massima determinazione: lo farò per amore del Pd, assumendomi tutte le responsabilità e garantendo la terzietà rispetto alle parti in campo».
DIREZIONE NAZIONALE PD: IL CONGRESSO E LA RESA DEI CONTI SU ENRICO LETTA
È cominciata alle ore 10 su YouTube e Facebook la diretta video streaming della Direzione Pd sulla sconfitta cocente del Partito Democratico alle ultime Elezioni Politiche del 25 settembre scorso: si apre con il discorso del Segretario ormai “uscente” Enrico Letta, che nel discorso dopo il voto di settimana scorsa ha già annunciato che non si ricandiderà alla Segreteria di Largo del Nazareno vista proprio la sconfitta patita contro il Centrodestra alle urne. La Direzione Nazionale di oggi, di fatto, è il passaggio formale decisivo per iniziare a lanciare la “corsa” al Congresso del Partito Democratico: all’ordine del giorno della Direzione Pd si legge infatti «l’analisi del voto delle elezioni politiche e la discussione sull’avvio del percorso congressuale».
Come spiegato dallo stesso Letta nel suo primo discorso dopo la sconfitta alle Elezioni, il Congresso «sarà di profonda riflessione. In ottemperanza all’Istituto, penso si debba fare il prima possibile. Mi occuperò di accompagnare in maniera neutrale il partito a questo congresso, a cui non mi ripresenterò come candidato. Non ne sarò il protagonista, ma mi auguro che sia di grande profondità, per capire chi è il Partito Democratico e come vuole costruire il futuro». Le tempistiche del prossimo anno, con le Elezioni Regionali in primavera che incombono, portano a pensare che la data del Congresso possa essere anticipata tra la fine 2022 e l’inizio 2023 ma sarà proprio la Direzione Pd di oggi a doverle stabilire con certezza. «Con questa destra – ha anche detto Letta nel “day after” al voto delle Politiche -, chi verrà dopo di me dovrà lavorare per un lavoro che dia una alternativa alla maggioranza degli italiani. Non sono mai stato per la autosufficienza, non sono mai stato per l’isolamento, sono sempre stato per il dialogo. Sia per fare opposizione che per costruire l’alternativa: avremo delle elezioni in primavera e dovremo andare con uno schema che non dia campo libero alla destra. Gli elettori hanno detto la loro e spero che da oggi in poi si possa costruire questa alternativa».
DIRETTA VIDEO STREAMING DIREZIONE PD: COSA SUCCEDE OGGI
Una resa dei conti che però non prevede solo la critica formale delle varie correnti al lavoro del Segretario Enrico Letta, ma è una resa dei conti molto più profonda che andrà a scavare sulle diverse posizioni esistenti all’interno del Partito Democratico per capire il futuro del Centrosinistra in questa nuova Legislatura appena cominciata. Nella Direzione Pd di oggi infatti interverranno i diversi protagonisti che in questi giorni hanno proposto soluzioni anche diametralmente opposte per superare la crisi di consenso, la perdita di voti e l’antagonismo interno all’alveo progressista di M5s e Terzo Polo centrista. Tra chi ha già proposto di “sciogliere il Pd e fondare un nuovo movimento di sinistra” – vedi Rosy Bindi, Matteo Orfini ma anche fuori dal partito è la posizione di Bersani e D’Alema – a chi invece vuole mantenere lo status attuale del Pd cambiando semplicemente la leadership.
In pole position per il Congresso e tra i primi a ufficializzare la propria candidatura vi è il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: oggi interverrà alla Direzione del Pd, sostenuto da una forte componente del partito come Base Riformista di Guerini e Lotti. «Il nostro congresso è lungo nei suoi passaggi. L’importante è non andare oltre quelli stabiliti, ovvero marzo 2023 da Statuto», hanno già fatto sapere dalla “corrente” più moderata all’interno del Pd. Sul tavolo oggi insomma tanta “carne al fuoco”: si è parlato di cambiare nome, simbolo e status a tutto tondo del Partito Democratico, ma anche di rivedere l’impianto delle primarie e le alleanze fuori dal Pd per il futuro della Legislatura. Le spinte per una “rivoluzione” interna al Centrosinistra ci sono tutte, spetta a questa Direzione e soprattutto al prossimo Congresso ancora da convocare di stabilire le “direttrici” del possibile cambiamento. Con oggi verranno di fatto “ufficializzate” le dimissioni di Enrico Letta da Segretario in quanto non si ricandida al prossimo Congresso e guiderà il Partito Democratico nella fase di transizione verso il futuro ancora tutto da scrivere.