Un dirigente sportivo è stato aggredito a Seregno, in provincia di Monza, durante una partita di bambini all’oratorio. La vittima, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato delle conseguenze che gli hanno provocato i calci e i pugni subiti. “Da un giorno all’altro mi sono trovato senza un rene. Ora sto meglio, ma devo portare un busto che mi limita molto. E con questo caldo dà ancora più noia. Vorrei liberarmene, tra poco ho una visita. Passo le giornate in casa: niente sforzi. Il trauma è stato anche psicologico”.
Ad assistere alla violenza è stato anche il figlio, che era in campo. “Si è accorto di tutto. Gli ho risparmiato i dettagli, credo abbia già sofferto molto, ha solo 9 anni. Spero riesca a scartare dai suoi ricordi quelle scene: ero lì a vederlo giocare e mi sono ritrovato senza un rene. Rimango stupito della cattiveria di certi genitori, non so perché quel papà mi abbia colpito”, ha ammesso.
Dirigente aggredito a Seregno: “Senza un rene e porto busto”. Il racconto
Dopo che il dirigente sportivo è stato aggredito a Seregno, il papà ultra che ho la colpito è stato destinatario di un Daspo di cinque anni. “Di lui preferisco non parlare, una forma di rispetto. Qualcuno mi ha chiesto se potrà mai esserci un incontro: adesso non mi pongo il problema. Ad oggi non ho ricevuto messaggi di scuse, nemmeno per interposta persona”, ha raccontato. Non è la prima volta tra l’altro che accade un episodio di questo genere. “Genitori violenti ne ho visti, nei miei tre anni da dirigente accompagnatore. Chi insulta l’arbitro, chi l’avversario scatenando altre reazioni”.
Il fenomeno per fortuna non si è ancora espanso tra i bambini. “Sono loro l’esempio. Che importa vittoria o sconfitta? Noi papà dovremmo accontentarci di vederli felici. È un problema culturale”, ha concluso.