Oltre 120 dirigenti di scuole statali e non statali, giunti a Perugia dal 6 all’8 novembre e provenienti da 15 regioni, hanno dato vita ad un intenso approfondimento sullo stato della scuola italiana e dei nuovi compiti richiesti a chi accetta di assumere, in essa, la responsabilità direttiva.
Il convegno, sul tema “Governo delle scuole e alleanze educative”, è stata la sorprendente conferma del metodo e delle prospettive sulle quali DiSAL si gioca da anni nel mondo della dirigenza scolastica: proporre una solidarietà professionale a favore di una cultura che mantenga al centro la seria questione educativa della scuola, oggi resa più drammatica dalle difficoltà degli apparti, della politica e dagli scontri conservativi in atto.
Relazioni ricche di prospettive, gruppi tematici sulle questioni più significative, tanti incontri e confronti personali sui mille problemi quotidiani: questo è stata la viva trama dei lavori.
L’ascolto di voci significative ed il dibattito tra i partecipanti hanno maturato la convinzione che, pur a fronte di gravissimi ritardi normativi (autonomia, federalismo, governo delle scuole, istruzione professionale), si comprende che il futuro di una “buona scuola” è legato alle strette radici con le proprie realtà locali, alla trama di alleanze educative che una scuola è capace di costruire, divenendo così interlocutore forte e credibile del proprio territorio.
Le scuole, le famiglie, le comunità locali, le imprese, il mondo del volontariato sociale devono poter essere coinvolte in un nuovo sistema di governo, per poter affrontare in modo cooperativo con dirigenti e docenti, i tanti problemi legati all’istruzione e formazione. Solo una trama attiva di nuove alleanze permetterà all’impresa non più solitaria della scuola di riuscire.
In questa impresa i dirigenti scolastici possono avere un importante ruolo, se sapranno proporre una visione di sviluppo della scuola, assumendosi così quel “rischio del dirigere” che oggi caratterizza questa professione quando è vissuta con dignità.
Alla fine dei lavori era chiara la gratitudine reciproca per il confronto professionale ed umano avvenuto. Eppure mille sarebbero le ragioni, innanzitutto di confusione politica, sindacale ed amministrativa, per rinunciare all’impresa, per “tirare i remi in barca” nella quotidiana fatica di fare della scuola un luogo degno delle persone che la frequentano.
In questa impresa dovrà giocare un ruolo importante l’associazionismo professionale che non potrà più essere disatteso da chi, nei ruoli di governo, vuole contare su figure imparziali, a servizio di un bene pubblico,
Nella mattinata finale la Direzione nazionale di DiSAL si è impegnata a presentare al Governo ed ai responsabili politici un “Manifesto per il governo della scuola” che sarà punto di riferimento per interventi nelle regioni e nei livelli istituzionali, per confrontarsi con tutti coloro che sono realmente interessati ad affrontare con coraggio la crisi della scuola.