Che le elezioni delle R.S.U. siano un rito inutile e inopportuno lo sostengono in molti. Tra i sindacati la battaglia è in corso e anche A.N.P., il più numeroso sindacato di dirigenti scolastici, spinge per entrare nella mischia.
Un sindacato presidi che, come l’altra volta, organizza liste di docenti ci lascia perplessi. Dopo le esperienze poco felici di partecipazione all’elezione delle RSU (ANP con altre sigle anche di docenti ha partecipato due volte), la conferma della scelta ci pare non tenga conto non solo della soluzione, perlomeno discutibile, adottata (dirigenti organizzano docenti…), ma soprattutto della necessità di assumere una più seria riflessione sulle R.S.U. nelle scuole autonome.
I presidi di DiSAL (l’abbiamo detto da anni in tutti i modi e ribadito questa estate) sono con la soluzione proposta dal Progetto di Legge Aprea (in verità già presente nella prima stesura di questo progetto fatta dall’allora on. Santulli nel 2002): abolizione delle RSU di Istituto e contrattazione spostata a livello regionale.
Le ragioni sono chiare: le RSU hanno collaborato ad appesantire il clima delle scuole, hanno aumentato la confusione delle competenze nei vari organismi di scuola, hanno di solito contrastato qualsiasi tentativo di valutazione del merito nell’operato dei dipendenti (quanti istituti a tutt’oggi hanno contratti interni con distribuzione a pioggia), hanno costretto in modo innaturale il dirigente scolastico a diventare controparte dei dipendenti, con i quali dovrebbe invece collaborare a costruire e migliorare la comunità scolastica, trovandosi invece di fronte organismi che di solito antepongono presunti “diritti dei lavoratori”a quelli degli alunni, delle famiglie e, paradossalmente, degli stessi docenti. Per finire poi a litigare sulla briciole del Fondo dell’Istituzione Scolastica!
È vero che la scuola ha e dovrebbe sempre più assumere caratteri di impresa, ma, come sosteniamo da anni, in verità di “impresa sociale” che opera in regime di “quasi mercato” e quindi assolutamente non intrecciata alle dinamiche di una normale impresa o di un settore della PA, tutti tenuti a parametri oggettivi di produttività chiaramente misurabili.
Di recente anche alcune associazioni di scuole autonome (le cosiddette ASA, quella della Sicilia in particolare) hanno coraggiosamente avviato una riflessione sulla inutilità delle RSU di istituto, che DISAL sostiene fin dai primi documenti presentati ai partiti sulla riforma dello Stato giuridico dei docenti. Ci ritroviamo sulle stesse constatazioni: aumento esponenziale di conflittualità e contenzioso, accavallamento e confusione di competenze.
Ma purtroppo le forze migliori della scuola non prevalgono: il PdL Aprea è stranamente bloccato, non certo dagli appassionati promotori, ma da veti incrociati trasversali di provenienza sindacale, burocratico-amministrativa, quando non di altri ministeri. Nel frattempo la CGIL spinge alla conta, nella inconfessata speranza di utilizzare le polemiche antigoverno per fare il pieno di voti.
Un buon segnale, timido e ancora incerto, viene dal DL Brunetta con la proroga delle attuali rappresentanze sindacali per un triennio. Anche se, in questo momento di incertezza, il DL Brunetta potrebbe rappresentare il male minore, le soluzioni sono invece da altre parti, appunto quelle indicate dal PdL Aprea che questa estate al Meeting di Rimini DiSAL ha fortemente sostenuto: riforma del Governo delle scuole; sistema autonomo e decentrato di valutazione esterna delle scuole; trasferimento della contrattazione a livello regionale, unitamente ad un vero decentramento rispettoso delle autonomie scolastiche; stato giuridico del personale docente e dirigente; separazione della contrattazione tra docenti e personale ATA, per ridare ai docenti tutta la professionalità loro necessaria; differenziazione delle carriere e quindi dei trattamenti stipendiali anche integrativi. In due parole: autonomia e professionalità responsabile, in questi mesi sostenuti e discussi in tante città sulla base del documento “Una scuola che parla al futuro” che DiSAL ha sottoscritto con altre associazioni della scuola.
Per queste ragioni DiSAL sostiene la necessità che venga bloccata la procedura elettorale RSU e si impegnerà in ogni modo per il riavvio rapido dell’iter del Progetto di Legge Aprea. Lasciamo ai sindacati dei dirigenti valutare l’opportunità, coraggiosa e lungimirante, di sostenere queste prospettive.