Quando la realtà si fa più complessa, anche quella scolastica, si avverte l’esigenza di mettersi in relazione con chi, in un determinato momento e su determinati scopi e risultati, può fare un pezzo di strada con noi. Questa è stata la considerazione da cui la scuola che dirigo, l’Istituto Sant’Orsola di Catania, ha preso le mosse per iniziare un percorso di lavoro che le ha permesso di crescere creando sinergie con il territorio, facendo cioè rete.
Qui mi riferirò al termine rete sia in senso proprio cioè di rete formalizzata con accordi specifici, sia nel senso di rete di relazioni che ha permesso di creare valore aggiunto nell’offerta formativa della scuola.
La nostra prima rete, denominata Discali4, risale all’anno scolastico 2005-06 ed era costituita da 10 scuole paritarie con più ordini di scuola al loro interno. Si è costituita in forza della C.M. 77 del 2005 che riguardava l’elaborazione di progetti di formazione dei responsabili di direzione delle scuole paritarie e di monitoraggio per la rilevazione della qualità dell’offerta formativa. Essa prevedeva espressamente che per la progettazione e lo svolgimento delle attività fosse opportuno coinvolgere Università o Enti di formazione specializzati.
Ecco che quindi la sinergia tra Foe (Federazione delle opere educative), di cui la nostra scuola fa parte, l’Università di Bologna e Disal (associazione nazionale di dirigenti di scuole statali e paritarie) ci ha permesso di lavorare sul tema da noi individuato cioè Studio e implementazione di un sistema di monitoraggio della performance per la gestione strategica della scuola.
Si è lavorato su quattro macroaree: qualità degli apprendimenti, valutazione dei processi interni, risorse umane, immagine e reputazione della scuola.
La dimensione della rete si è rivelata preziosa in quanto ha permesso: a) la condivisione di esperienze positive e criticità, b) il confronto tra realtà più mature ed altre più giovani, c) l’attivazione di canali di scambio di informazioni e di buone pratiche.
Interessante la modalità di formazione della rete: su un progetto che ha intercettato un bisogno si sono unite scuole appartenenti alla Fidae, alla Foe, alla Fism, scuole cattoliche e scuole laiche di ispirazione cattolica.
Il fatto inoltre che alcuni momenti del nostro lavoro abbiano avuto rilevanza pubblica soprattutto per l’interesse suscitato da alcuni relatori, ha generato rapporti con dirigenti di alcune scuole statali di Catania centro,rapporti di stima e amicizia prima e di lavoro poi.
Per lavoro intendo che sono scaturiti successivi accordi di rete tra il Sant’Orsola e alcune scuole statali. Più precisamente nel 2007-08 si è lavorato per l’incremento delle competenze scientifiche e l’implementazione delle dotazioni di laboratorio tramite il programma Scuole aperte del Ministero della P.I.,nello stesso anno il Sant’Orsola, l’Istituto San Francesco (della precedente rete Discali) e altre tre scuole statali hanno lavorato insieme su Innovascuola, un bando del Ministero per la selezione di proposte progettuali per favorire l’adozione e l’integrazione delle nuove tecnologie nei processi di insegnamento/apprendimento destinato alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nel corrente anno scolastico stiamo lavorando al progetto “Le regole del gioco” che abbiamo elaborato nell’ambito delle misure dell’Assessorato ai BB.CC. e della P.I. della Regione Sicilia destinate alla formazione civile degli alunni.
Siamo inoltre stati inseriti, sempre con le stesse scuole statali, in progetti di formazione docenti in cui sono stati utilizzati fondi europei che sono stanziati per le zone dell’Obiettivo 1, a cui le scuole paritarie non possono accedere se non in rete con scuole statali. Interessante il fatto che il programma di aggiornamento ha recepito le nostre indicazioni e i nostri bisogni, nel senso che spesso il lavoro “concreto” nel “concreto” della realtà di base abbatte pregiudizi e diffidenze ancora esistenti tra scuola statale e paritaria.
In particolare il lavoro attivato al nostro interno sulla didattica teatrale ha generato un certo interesse e quest’anno alla rassegna “Tutti in scena- il teatro come luogo d’incontro e di esperienza” destinato a gruppi della scuola secondaria di I grado e promosso dal Sant’Orsola a Catania parteciperanno 11 gruppi studenteschi 8 catanesi, uno della provincia di Roma, uno rumeno e uno francese.
L’ ultimo esempio riguarda un’ esperienza che ha messo in rete la scuola con soggetti del territorio
“Momenti di svago e tempo libero a Catania nell’antichità” è il titolo del progetto. E’ stato realizzato nell’anno scolastico 2006-07 ed ha utilizzato fondi regionali destinati all’educazione permanente che richiedono cioè la formazione di coloro che sono già usciti dal circuito scolastico.
Nodi della rete, non formalmente costituita, sono stati la scuola, l’associazione Opera d’arte di Noto che opera nel campo dei servizi della conoscenza dell’arte, la Sovrintendenza ai BB.CC. di Catania- sezione per i beni archeologici- l’AFAE (associazione famiglie audiolesi etnei) per la presenza di un alunno sordo muto all’interno del gruppo dei destinatari.
Il progetto ha proposto uno studio della Catania antica attraverso uno specifico percorso che puntava l’attenzione alle attività di tipo ricreativo che si svolgevano all’interno di alcuni importanti monumenti romani: il complesso del teatro ed odeon, l’anfiteatro, le terme dell’Indirizzo. Grazie a una intesa di massima appunto con i precedenti soggetti, i lavori del programma sono stati messi a disposizione anche di coloro che – a vario titolo – erano interessati ad usufruire di approfondimenti scientifici inerenti i beni culturali e le tematiche affrontate in modo specifico dal progetto, vale a dire il personale non direttivo della Soprintendenza e volontari del Servizio Civile.
La scuola così oltre a impostare per i propri alunni una didattica di tipo laboratoriale che ha alternato momenti d’aula e momenti di lavoro sui siti archeologici (finalmente aperti per l’occasione!), ha fornito un servizio di formazione ad adulti lavoratori.
Da queste esperienze traggo alcune considerazioni: non avremmo potuto fare da soli ciò che abbiamo fatto insieme. Questa evidenza ne porta un’altra: lavorare insieme ad altri chiarisce innanzitutto a noi stessi l’identità della scuola che facciamo e vogliamo, senza una chiarezza di scopo infatti non solo non si può fare rete ma non ci si regge in piedi da soli,e, soprattutto se si lavora in rete, si rischia di essere fagocitati dai soggetti più forti.
Per noi lo scopo della scuola è educare attraverso l’insegnamento.
Come ci insegna il prof. Rigotti tre sono i fattori fondamentali dell’insegnamento: chi insegna, chi apprende e le discipline, che propriamente non sono l’oggetto,bensì gli strumenti per incontrare l’oggetto che è la realtà. Bene mi metto in rete o faccio rete per incrementare la consapevolezza di questo scopo nei miei insegnanti, per affinare strumenti didattici che possano aiutare i miei alunni ad apprendere con più significatività, per relazionarmi con chi rispetto ai nostri obiettivi ci può insegnare qualcosa e naturalmente, giacchè non si vive di sogni, per acquisire risorse per realizzare tutto ciò.
Michela D’Oro
Responsabile scuola paritaria “Istituto Sant’Orsola” Catania