Sono tempi nei quali, quando si tratta di posti di lavoro, si perde qualche volta un po’ di realismo. Chi ha spinto il Consiglio Provinciale di Vicenza a chiedere al Ministero di tener conto della territorialità nelle prossime nomine in ruolo dei presidi, probabilmente è incappato in questo strano gioco. La legittima critica ai concorsi a dirigenti scolastici in regioni del sud, ha dato curiosamente luogo ad una richiesta poco realista.
La provenienza meridionale del personale della scuola non riguarda solo i dirigenti. La scuola di stato senza quella provenienza non avrebbe mai potuto funzionare, perché abbiamo alle spalle decenni di sistemi tra i più disparati che hanno fatto dell’accesso all’impiego nella scuola una valvola di sfogo della ricerca di occupazione. Oggi invece per tutti servono scelte a carattere professionale.
«Noi di DiSAL – ha ricordato il presidente Roberto Pellegatta – crediamo che la scelta dei nuovi dirigenti scolastici debba essere fatta non in base alla residenza, nord o sud che sia, ma in base alle capacità, competenze e quindi alla preparazione verificata. Il vero problema, come al solito, è chi verifica questa preparazione e con quali modalità: come accertare il merito».
I concorsi statali, per la gran parte dei casi, non verificano il merito e tanto meno le competenze, specie relazionali, necessarie per una direzione educativa ed organizzativa della scuola.
Il sistema delle graduatorie, strenuamente voluto dalla burocrazia statale e dai sindacati, ed il metodo concorsuale nazionale o, peggio ancora, quello regionale (come è stato l’ultimo per dirigenti scolastici) è fatto di troppe variabili astratte e casuali per riuscire a verificare le competenze necessarie. La triste vicenda dell’ultimo concorso in Sicilia, con tutto il contorno di contenzioso e scandali, non ne è che l’ultima penosa conferma.
«Il problema di una buona direzione di scuola – ha concluso il presidente Pellegatta – non si risolve facendo priorità di confini: come in tutti i settori. Occorrono metodi e strumenti non più ottocenteschi, di vera verifica delle capacità. Questa verifica può essere fatta solo direttamente da parte di chi assume». La Provincia di Trento ha mostrato che si può iniziare a cambiare metodi in questo senso.
Quindi, con urgenza, prima dei prossimi reclutamenti, occorre una seria e moderna riforma della figura alla quale affidare la direzione degli istituti scolastici, figura sempre più importante per la qualità di una scuola, figura che va definita per legge e affidata, per il reclutamento, a concorsi di istituto (come avviene per enti locali e sanità) o, al massimo, per reti locali di scuole, dove chi assume possa verificare direttamente le competenze richieste.
La discussione del Progetto di Legge Aprea in atto alla Camera può essere una buona occasione.
Per queste modifiche si sta battendo DiSAL, che chiede a tutto il mondo sindacale e politico realismo e coraggio del cambiamento.