I dirigenti di DiSAL confermano le scelte politico-istituzionali indicate dal documento Una scuola che parla al futuro presentato nel 2009 e per le quali DiSAL si impegna, in alleanza con gli altri organismi che l’hanno firmato e con qualunque ente o istituzione che vorrà condividerne i contenuti.
1. Le norme dell’autonomia hanno aperto un sogno di libertà e responsabilità rimasto per più di un decennio nei cassetti della politica e della burocrazia. Contro l’attuale tendenza al ritorno al centralismo, l’autonomia che appartiene alle istituzioni scolastiche ed il decentramento regionale delle funzioni restano gli unici due binari indispensabili ad un futuro della scuola che inverta il declino di questi anni. La loro attuazione non darà luogo ad altri centralismi, che talora si intravvedono, se assumerà il rispetto di una effettiva sussidiarietà.
2. La valutazione della qualità dell’offerta formativa e dei propri esiti in termini di apprendimento, finalizzata al miglioramento delle prestazioni delle scuole, esige un urgente sistema nazionale autonomo di supporto, confermato anche dalla riuscita delle esperienze avviate da INVALSI.
3. Per riprendere con urgenza il cammino dell’autonomia, occorre avviare già da subito l’assegnazione diretta, a tutte le scuole del sistema pubblico integrato, delle risorse economiche necessarie, ivi comprese le retribuzioni del personale, sulla base dei costi effettivi, secondo un criterio procapite, con un controllo successivo della spesa.
Contemporaneamente occorre eliminare, nella erogazione delle risorse, discriminazioni verso tutti i cittadini, senza distinzione delle scuole del sistema pubblico, quali il sostegno dei disabili, l’adempimento dell’obbligo alla formazione specie per l’avvio delle innovazioni.
Per quel che riguarda lo stato dei bilanci delle scuole statali, messi ora in condizione di avere all’inizio dell’anno certezza di risorse, occorre chiudere la triste vicenda dei crediti delle scuole dello Stato almeno e sicuramente per i pagamenti delle supplenze e degli esami di stato già fatti in passato.
4. Recuperando il legame urgente tra formazione dei docenti e riforma del reclutamento, l’autonomia potrà riprendere anche attraverso l’assegnazione di quote progressive di reclutamento diretto del personale da parte delle scuole singole o associate. Per dare continuità e stabilità nel tempo all’azione educativa va poi introdotta la stabilità triennale dei docenti e confermato sui posti attuali il personale precario.
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5. Ma l’autonomia, insieme allo smantellamento degli apparati centrali, esige una profondo mutamento culturale anche nelle scuole, perché crescano nella capacità di assumersi fino in fondo la responsabilità del rischio educativo. Se da una parte questo va sostenuto con seri riconoscimenti economici basati sulle diversità, sul merito e sulla valutazione, dall’altra proprio in questo mutamento possono avere un ruolo decisivo i dirigenti scolastici chiamati a collaborare allo sviluppo di comunità professionali di docenti interessati all’avventura della conoscenza ed alla passione educativa.
6. L’avvio del Riordino del secondo ciclo, senza entrare nel merito delle problematiche lasciate aperte che sarà compito della politica affrontare con urgenza, costituisce per i dirigenti di DiSAL una ineludibile opportunità affinché la comunità professionali di dirigenti e docenti affrontino nelle singole scuole il compito del passaggio epocale da un modello di insegnamento come prestazione a quello di insegnanti appassionati ai risultati di apprendimento.
7. In particolare diventa sempre più urgente che la domanda sociale di maggiore realismo e adeguatezza della preparazione dei giovani all’ingresso nella vita adulta trovi risposta in misure di sostegno e rilancio dell’istruzione tecnica e professionale per ridare dignità al lavoro come capacità di generare bene sociale, anche rivedendo alcune distorsioni dell’attuale Riordino.
8. Nelle scuole del primo Ciclo, a fronte di un’offerta formativa costruita sulle effettive scelte delle famiglie, i dirigenti di DiSAL chiedono di rivedere i parametri degli organici così da sostenere la dimensione laboratoriale e la personalizzazione specie verso le situazioni di difficoltà di apprendimento, con il recupero delle compresenze a questo necessarie.
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9. DiSAL chiede con la massima urgenza l’avvio del concorso ordinario per la dirigenza scolastica, pervenendo all’eliminazione dell’istituto della reggenza, ridotto in questi anni, nonostante l’ampia collaborazione di molti dirigenti, a forma di ingiusto risparmio sul buon funzionamento delle scuole. In caso contrario all’inizio del prossimo anno scolastico metà delle scuole statali avranno presidi costretti al mezzo servizio, con un’ingiusta mortificazione della loro azione professionale.
10. Per collaborare a risalire la china della crisi formativa del sistema scolastico, nella prospettiva di quanto indicato i dirigenti dell’associazione si impegnano a favorire reti di scuole per affrontare progetti e servizi che, insieme all’economizzazione delle risorse, mirino innanzitutto ad offerte formative di qualità, a comunità professionali sempre più capaci di rispondere, attraverso il lavoro culturale ed educativo, alle attese della nazione.
11. In questo compito l’associazionismo professionale rappresenta una grande risorsa non per puntellare un sistema in crisi, ma come collaborazione al cambiamento che va riconosciuta sul piano legislativo nell’ambito di un moderno rinnovamento delle figure della direzione di scuole e della docenza.
DiSAL invita tutti i dirigenti scolastici a sottoscrivere questi contenuti in un appello al Presidente del Consiglio affinché, come ha sostenuto il Presidente Napolitano, tra le urgenze del paese sia inserita la necessità di investire sull’istruzione dei giovani come bene comune fondamentale per la nazione.