La notizia delle firma di ieri del futuro Regolamento per la nuova formazione degli insegnanti contiene nella sostanza interessanti novità, non solo per i giovani laureati costretti al limbo dopo la fine delle SSIS, ma anche per il mondo della scuola che attende il superamento delle cause che hanno permesso in questi anni il pesante fenomeno del precariato. Speriamo in tempi più brevi degli anni trascorsi. 

La scuola invecchia e da anni aspetta non solo una migliore formazione, ma soprattutto una nuova forma di reclutamento che esca dal dominio delle graduatorie dello Stato centralizzato, dai caroselli infiniti e dall’anonimato della verifica delle competenze.

DiSAL, che ha presentato al Ministro ed alle Commissioni Parlamentari le proprie proposte, valuta positivamente: l’ampliamento a tutte le istituzioni scolastiche e formative delle sedi di tirocinio; alcune semplificazioni della fase transitoria; la valorizzazione in questa delle esperienze professionali; l’aumento del periodo di tirocinio attivo rispetto alle prime proposte.

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“Riservandoci una valutazione sul testo ufficiale – ha detto Roberto Pellegatta, presidente di DiSAL – ci sembra che si debba mettere con più decisione al centro la scuola reale”. 

 

In particolare per DiSAL occorre: l’ampliamento ad un anno intero effettivo dell’esperienza guidata e valutata di insegnamento (475 ore sono meno di un quadrimestre), come era nella prima proposta del ministro Moratti; il peso decisivo della valutazione del dirigente scolastico e dei docenti senior della scuola sede del tirocinio; un peso significativo delle scuole nella programmazione e gestione dei futuri corsi di formazione; l’introduzione di attività di ricerca e riflessioni critica sulle esperienze, a fianco delle discipline necessarie che non debbono più essere le ripetizioni di quelle della laurea magistrale.

Ad insegnare si impara insegnando ed attraverso una riflessione critica e sistematica sull’esperienza.