ASSEMBLEA NAZIONALE FRANCIA VOTA PRIMO SÌ AL DIRITTO DI ABORTO IN COSTITUZIONE
337 voti a favore, 32 contrari e così passa il primo Sì storico in Francia per il diritto di aborto da inserire nella Costituzione: il voto del 24 novembre in Assemblea Nazionale (la camera bassa di Francia, ndr) è il primo Sì di un lungo iter costituzionale che prende spunto dalla proposta del partito di sinistra di Melenchon (la France Insoumise), a sua volta ispirato dalla sentenza della Corte Suprema Usa dello scorso giugno 2022 che definì non costituzionale il diritto all’interruzione di gravidanza negli Stati Uniti (eliminando la sentenza Roe vs Wade del 1973, ndr). Un’amplissima maggioranza dunque dell’Assemblea Nazionale francese ha preso una posizione forte, aderendo da sinistra fino alla destra alla proposta di legge sull’inserimento del diritto di aborto in Costituzione.
L’aveva in primis sostenuta il Presidente Emmanuel Macron, ma pure dalla leader del Rassemblement National Marine Le Pen è giunto il sostanziale via libera pur senza la piena convinzione di gran parte del partito di destra (che infatti ieri non ha applaudito in Aula il voto della sinistra radicale). L’accordo raggiunto tra i diversi partiti del Parlamento francese (dove ricordiamo che Macron governa senza avere una piena maggioranza in entrambe le Camere, ndr) ha previsto l’eliminazione del riferimento ad una costituzionalizzazione anche per il diritto alla contraccezione. Ottenuto ciò, i partiti vicini a Macron si sono uniti alla sinistra radicale votando assieme la proposta di modifica dell’articolo 66 in Costituzione: «La legge garantisce l’effettività e un accesso egalitario al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza», si legge nella bozza di come dovrebbe essere modificato il particolare articolo sull’aborto.
DIRITTO ABORTO IN COSTITUZIONE, L’ITER: RESTA IL REBUS REFERENDUM
«È un voto storico. L’Assemblea nazionale parla al mondo, la Francia parla al mondo», è il primo commento di Mathilde Panot, capofila dei deputati di La France Insoumise. Una risposta «diretta» a quanto avvenuto in Usa, Polonia e Ungheria, rivendica la sinistra radicale francese con il primo Sì alla proposta di inserire il diritto di aborto in Costituzione. «Un grande passo in avanti in quanto garantisce l’effettività e l’accesso equo al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza», è invece il commento del ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti. A sorpresa anche Marine Le Pen si è detta favorevole alla proposta pur eliminando la parte sulla contraccezione che considerava inaccettabile.
Parte del centro-destra dei Repubblicani e del Rassemblement National non si sono uniti al Sì e non hanno applaudito l’esito delle votazioni in Assemblea Nazionale. Resta dunque un progetto comunque molto delicato dal punto di vista politico in quanto l’iter di legge non è fatto “semplice” a questo punto: in primis, il testo dovrà essere vagliato dal Senato dove permane una forte maggioranza del Centrodestra a trazione “neogollista”. Per capirsi, in ottobre i senatori avevano già bocciato un testo di legge simile sull’aborto in Costituzione presentato dai Verdi (172 voti contro e 139 a favore), per cui la strada nell’altra camera del Parlamento francese resta comunque complicata. Non solo, come ben spiega l’Avvenire, per ogni progetto di modifica costituzionale «non vale l’abituale preminenza dei deputati sui senatori. Dunque, la Camera alta potrà esercitare una sorta di diritto di veto». Ma anche qualora passasse il testo di legge, essendo di proposta parlamentare, dovrebbe essere poi sottoposta a referendum nazionale: qui il timore della sinistra è che il voto possa tramutarsi in un “test” politico per il Presidente Macron che non gode di forte consenso popolare. Come nota Euronews parlando del voto di ieri in Francia, il tentativo di “aggirare” l’uso del referendum sarebbe quello di un Governo Macron che avanzi una sua proposta alternativa che – in quanto promanata dall’esecutivo – se passasse in entrambi i rami del Parlamento potrebbe evitare il voto popolare.