Il dibattito sul diritto alla disconnessione arriva in Parlamento con una proposta di legge che parte da un principio: il dipendente non deve restare “connesso” anche al di fuori del suo orario di lavoro. Il testo è stato presentato la settimana scorsa dal Pd e dall’associazione di giovani “l’asSociata“, che punta alla creazione di un mondo lavorativo in cui si possa separare la vita privata da quella professionale.



La proposta – che è rivolta sia al mondo degli autonomi che a coloro che hanno un contratto nazionale che non prevede tale diritto – fissa un principio: il lavoratore non deve essere sempre reperibile, quindi deve avere la libertà di non rispondere alle chiamate di lavoro quando è a riposo, ma più in generale a tutte le comunicazioni.



DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE: LE REGOLE

Infatti, all’articolo 3 del testo è precisato che né il datore di lavoro né chi ha incarichi direttivi nei confronti del dipendente può mandare comunicazioni fuori dall’orario lavorativo e per almeno 12 ore dalla fine del turno. Per quanto riguarda le sanzioni, la proposta ha previsto una multa che va da un minimo di 500 euro a 3mila euro per ogni lavoratore interessato.

Il primo firmatario della proposta di legge per sancire il diritto alla disconnessione è il deputato Arturo Scotto, secondo cui i lavoratori non devono sacrificare il tempo dedicato alla loro vita privata per il volere del loro datore di lavoro. Peraltro, il Parlamento europeo tre anni fa aveva sollecitato gli Stati membri affinché riconoscano il diritto alla disconnessione, ritenuto fondamentale, spingendo la Commissione europea a presentare una proposta di direttiva per regolare l’utilizzo degli strumenti digitali.



DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE ALL’ESTERO

A proposito di Europa, ci sono Paesi che nel Vecchio Continente hanno lanciato leggi che garantiscono questo diritto. Ciò infatti accade in Belgio, Francia, Irlanda e Spagna. I primi sono stati i francesi con una legge promulgata nel 2016, due anni dopo è toccato alla Spagna, mentre nel 2021 lo ha fatto l’Irlanda, un anno dopo il Belgio con una legge riguardante i dipendenti pubblici. Più di recente, e più precisamente a settembre, per quanto riguarda il resto del mondo, una legge di questo tipo è stata introdotta in Australia.