All’asilo è stato cancellato il “diritto alla nanna”, complice lo scoppio della pandemia di Coronavirus. Una situazione fino a questo momento passata inosservata o quasi e alla quale ha inteso concedere spazio e visibilità “Il Fatto Quotidiano”, per mezzo di un intervento di Mariano Turigliatto, docente ed ecologista, il quale ha sottolineato che per i bambini dai 3 ai 5 anni che frequentano le scuole dell’infanzia (le ex scuole materne) la frequenza pomeridiana dei più piccoli fra loro è diventata più ardua, in quanto è sparito il tempo dedicato al sonnellino pomeridiano.



“La scusa recente – sottolinea l’insegnante – sono il virus e le procedure di sanificazione, che sarebbero tali da impedire il gravoso impegno di spostare i lettini, pulire locali per la nanna e/o le aule in cui i più piccoli possono riposare dopo il pranzo. Ante Covid, ma in modo più circoscritto, il diritto alla nanna era stato messo in discussione tirando in ballo le condizioni dei locali (a volte era anche vero), poi col refrain per cui i contratti di lavoro delle bidelle che non lo prevedono. Quindi, sono arrivate le riaperture e i regolamenti per affrontare il ritorno a scuola (in nessuno si parla di eliminare la nanna) e non c’è stato neanche più bisogno di cercare altri pretesti”.



“DIRITTO ALLA NANNA” CANCELLATO ALL’ASILO: E SE I GENITORI LAVORANO?

Nel suo approfondimento su “Il Fatto Quotidiano”, Turigliatto ha asserito che, in virtù dei recenti sviluppi, se il bambino non può rinunciare alla nanna postprandiale, i nonni possono venire a prenderlo oppure i genitori possono cambiare scuola e cercarne una con personale più incline a privilegiare la cura e l’educazione dei piccoli, a partire dal rispetto dei loro ritmi naturali.

Il docente ha quindi dichiarato che per accompagnare la cancellazione della nanna, a iscrizioni concluse, dunque con le bidelle e le maestre assunte come se i bimbi stessero a scuola tutto il giorno, i dirigenti “hanno dovuto istituire un nuovo orario di uscita, alle 13. Il/la dirigente è felice perché le bidelle lo/la amano e le maestre anche. I genitori che lavorano e non hanno nonni da mobilitare? Si aggiustino, se non hanno trovato una ‘scuola con nanna’ che accetti l’inserimento tardivo del loro pargolo, possono sempre mandarlo in una privata”.