OK BIPARTISAN ALLA CAMERA SULLA PDL PER IL DIRITTO ALL’OBLIO ONCOLOGICO

La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità – 281 voti a favore, nessun contrario – la proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico: il testo della pdl passa ora al Senato e introduce nuove disposizioni per la prevenzione delle possibili discriminazioni, come la tutela dei diritti delle persone affette da malattie oncologiche.



Tanto dal Governo quanto dalle opposizioni v’è soddisfazione per l’approvazione unanime della pdl “Diritto all’oblio a seguito di guarigione oncologica”: «Quella di oggi – commenta Patrizia Marrocco, deputata FdI e firmataria del testo di legge – è una battaglia di civiltà che permetterà ad ogni paziente oncologico guarito di poter vivere una vita normale senza nessuna discriminazione, una norma che permette all’ex paziente di non dichiarare più la malattia». Le fa eco la segretaria Pd Elly Schlein, così la sua nota: «Finalmente, alla Camera è stata approvata all’unanimità una legge di civiltà, la legge sull’oblio oncologico. Milioni di persone guarite dal cancro non saranno più discriminate quando dovranno stipulare un’assicurazione, accendere un mutuo o adottare un minore. Una buona notizia, un passo avanti per il Paese!».



COS’È L’OBLIO ONCOLOGICO

Il diritto all’oblio oncologico in termini chiari consente ad una persona guarita da un tumore di non rivelare e nemmeno comunicare informazioni sul proprio passato sanitario: non solo, si vieta a tutti i potenziali soggetti – datore di lavoro, banca, assicurazioni e tribunali – di indagare sulla sfera privata del soggetto guarito, per non subire alcun tipo di discriminazione rispetto a chi un tumore non l’ha mai avuto.

La proposta di legge nasce sia dall’esigenza emersa negli ultimi anni con l’aumento dei numeri dal Piano Oncologico Nazionale (circa il 6% della popolazione italiana ha avuto diagnosticato un tumore, con un aumento del 36% rispetto alle stime prodotte nel 2010) e sia per recepire le istanze della Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su rafforzare l’Europa nella lotta contro il cancro. Avere una legge che tuteli il diritto all’oblio oncologico servirà ad assicurare che alla guarigione piena clinica corrisponda anche la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di uguaglianza rispetto al resto della popolazione: il riferimento è sia per l’accesso ai servizi finanziari, assicurativi e bancari ma anche per altre procedure come l’adozione di minori. La vigilanza sull’applicazione delle nuove norme, sottolinea la proposta di legge, viene attribuita al Garante per la protezione dei dati personali.



“DIRITTO ALL’OBLIO”, COSA PREVEDE LA LEGGE

Il testo della proposta di legge nei prossimi giorni in discussione al Senato dopo il voto unanime alla Camera si consta di 5 articoli volti ad affermare il diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche: la legge prevede che ogni individuo guarito da tumori da più di 10 anni, senza episodi di recidiva e che voglia accedere a servizi bancari, finanziari e assicurativi, non è più ammessa la richiesta di informazioni relative allo stato di salute. Il periodo è ridotto della metà (solo 5 anni dunque, ndr) qualora la patologia sia insorta prima del compimento del 21esimo anno di età.

«Le informazioni sulla patologia oncologica non possono essere acquisite neanche da fonti diverse dal contraente e, qualora siano comunque nella disponibilità dell’operatore o dell’intermediario, non possono essere utilizzate per la determinazione delle condizioni contrattuali», si legge nella proposta di legge adottata dalla Camera. Le medesime condizioni valgono tanto per l’accesso a concorsi (quando nel loro ambito sia previsto l’accertamento di requisiti psicofisici o concernenti lo stato di salute dei candidati), quanto per le procedure di adozione e affidamento dei minori, dove le indagini svolte sui potenziali genitori o affidatari non possono riguardare il loro stato di salute. Viene infine rimessa a un decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il ministro della Salute – «sentite le organizzazioni di pazienti oncologici che siano iscritte nella sezione Reti associative del Registro unico nazionale del Terzo settore o che abbiano la forma giuridica di associazioni di secondo livello iscritte al predetto Registro» – la promozione di dettagliate politiche attive «per assicurare, a ogni persona che sia stata affetta da una patologia oncologica, uguaglianza di opportunità nell’inserimento e nella permanenza al lavoro, nella fruizione dei relativi servizi, e nella riqualificazione dei percorsi di carriera e retributivi».