Vescovi in rivolta negli Stati Uniti d’America per le nuove indicazioni in materia di diritto d’asilo pervenute dai Dipartimenti per la Sicurezza Interna e per la Giustizia, approntate insieme all’ufficio per l’immigrazione. Lo riporta “Vatican News”, che spiega come si voglia consentire ai giudici dell’immigrazione la possibilità di respingere le richieste d’asilo prima ancora che il richiedente incontri un magistrato; inoltre “si introdurrebbe la dicitura gruppo sociale particolare, che escluderebbe dall’asilo chi fugge dalla violenza domestica o dalla criminalità” e “si innalzerebbero gli standard per avviare i colloqui iniziali in materia d’asilo”. Potenziali novità che, dicevamo, non sono state propriamente accolte con il sorriso da parte della Conferenza episcopale a stelle e strisce, che ha diramato un comunicato stampa nel quale scrive: “Non possiamo voltare le spalle alle persone vulnerabili. Queste regole proposte avranno conseguenze devastanti per coloro che cercano protezione nel nostro Paese e che fuggono dalle violenze domestiche o dalle persecuzioni criminali subite in patria”.
DIRITTO D’ASILO, NUOVE NORME? “DOBBIAMO TENERE APERTO IL CUORE”
Nella nota diramata a mezzo stampa, la conferenza episcopale americana menziona anche un passaggio del discorso pronunciato da Papa Francesco il 19 dicembre 2019, in occasione dell’incontro con i rifugiati giunti da Lesbo grazie ai corridoi umanitari: “Dobbiamo tenere aperti gli occhi, tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti l’impegno inderogabile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti”. In un secondo documento di commento alle proposte normative in materia di diritto d’asilo, i vescovi statunitensi, sottolinea “Vatican News”, dichiarano: “L’opera della Chiesa cattolica di assistenza agli immigrati nasce dalla convinzione che ogni persona è creata a immagine di Dio e che tutti meritano il rispetto della propria dignità. Mentre la Chiesa cattolica riconosce il diritto sovrano delle nazioni di controllare i propri confini, essa insegna anche che i Paesi hanno l’obbligo di rispettare i diritti umani dei migranti e di proteggere il diritto alla vita di chi fugge dalla violenza e dalla persecuzione”.