Sono ormai molto lontani i tempi in cui al sistema scolastico si chiedeva, fondamentalmente, che i ragazzi fossero in grado di saper leggere, scrivere e far di conto. In questo momento sono, ad esempio, al vaglio del Parlamento alcune proposte che mirano all’inserimento dell’insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza sui luoghi di lavoro.Un’iniziativa, questa, certamente importante e, peraltro, in linea con quanto già realizzato in altri Paesi europei.
Le stesse istituzioni europee ritengono utile l’integrazione della sicurezza sul lavoro nella scuola, addirittura primaria, e secondaria, consci che questo ne comporti un inserimento sistematico nelle lezioni scolastiche, affinché la cultura della sicurezza entri, almeno idealmente, a far parte della vita quotidiana degli allievi, dei genitori e del personale.
Lo stesso Cnel, presieduto dal professore, ed ex ministro del Lavoro, Treu, chiamato a portare un contributo al dibattito sottolinea, tuttavia, che, come sempre quando si affrontano questi temi sensibili, bisogna farlo nel modo corretto per evitare effetti contrari a quelli che auspicano le proposte di legge.
Si deve, infatti, modellare la didattica e la pedagogia puntando, in particolare, su aspetti esperienziali diretti come ad esempio visite in fabbrica e forme innovative di alternanza scuola/lavoro che aiutino a far diventare il “lavoro sicuro” una componente naturale del loro modo di lavorare, ma anche di giocare e vivere. Per questa ragione i docenti dovranno essere reclutati tra gli esperti nel settore sulla base alle migliori pratiche pedagogiche esistenti. Non si potrà, infatti, chiedere, certamente, ai docenti di matematica o latino un’improvvisa “conversione” verso il diritto del lavoro e la sicurezza.
La formazione relativa al diritto del lavoro e alla sicurezza dei luoghi di lavoro dovrà essere poi in linea con le nuove dinamiche di apprendimento come l’impiego della realtà virtuale, l’uso di caschetti intelligenti, la gamification, il metaverso, e con le nuove tendenze del mondo del lavoro globale tenendo, quindi, conto del profondo cambiamento tecnologico dei luoghi di lavoro in corso, dato che la robotizzazione e la digitalizzazione del lavoro riguarderanno, significativamente, le nuove generazioni di lavoratori e attualmente sui banchi delle nostre scuole.
Proposte, insomma, sicuramente interessanti e verso le quali sarebbe auspicabile un approccio non partigiano e non conflittuale visto anche il contenuto “civico” di una proposta educativa come questa in un Paese, non dovrebbe essere necessario ricordarlo, che mette al centro della sua Costituzione democratica il lavoro dignitoso e, ovviamente, sicuro.
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