La riforma del diritto di famiglia, inserita nel più ampio piano Cartabia, è una “rivoluzione copernicana” secondo Daniela Giraudo, avvocato e coordinatrice della Commissione del Consiglio Nazionale Forense che, intervistata dal quotidiano giudiziario “Il Dubbio“, si dichiara molto soddisfatta ed individua i punti di forza dei nuovi procedimenti. L’obiettivo della riforma che snellisce di fatto tutti i processi relativi a separazioni, divorzi, affidi e cause per violenze, era non solo quello di rendere più veloci tutte le procedure giudiziarie in ambito familiare, ma anche di unificare il rito e mettere al centro dell’attenzione l’interesse della tutela dei soggetti fragili, vittime di abusi, soprattutto i minorenni.



Per questo l’avvocato Giraudo parla di “un’ottima notizia” che pone finalmente l’attenzione su alcuni aspetti critici che erano stati da tempo individuati dagli operatori in ambito giudiziario. Anche se alcuni aspetti lasciano un po’ di perplessità come ad esempio la decisione di anticipare i tempi: “Sarebbe stato meglio non anticipare i tempi. Molti percorsi erano stati pensati immaginando che la deadline fosse giugno e questa mossa ha spiazzato avvocati e uffici.”



Riforma del diritto di famiglia: minori più ascoltati e tutelati

Pur essendo critica sulle modalità di attuazione, anticipate rispetto al previsto, Daniela Giraudo, anche a nome di avvocati e magistrati si dichiara molto soddisfatta delle nuove norme. “Le criticità andranno testate sul campo“, ma sicuramente è un grande passo avanti per porre fine alle diverse stratificazioni di riti differenziati che praticamente rendevano molti procedimenti un “percorso ad ostacoli“. Ora si dovrà dare un grande spazio alla formazione di tutti gli operatori perchè finalmente il diritto di famiglia ha una sua “connotazione specifica”.



E grande soddisfazione soprattutto per quanto riguarda la tutela dei soggetti minorenni, che in passato non veniva valorizzata al meglio. Con la riforma, come sottolinea l’avvocato Giraudo, sarà di primaria importanza l’ascolto: “Il diritto del minore di esprimere la sua opinione diventa, giustamente, cardine. E il minore deve essere accompagnato in questa attività nel modo meno invasivo possibile, anche rispetto alla situazione che vive, perché si passa anche da casi di gravi conflitti familiari.”