A Torre del Greco, il caso di una donna disabile che è stata minacciata in maniera pesante dall’ex, pretendendo che la loro relazione ricominciasse. Oggi la vittima era in collegamento con Storie Italiane, ed ha raccontato: “L’intervento dei vicini mi ha salvata, hanno chiamato i carabinieri, ma nonostante c’erano i militari lui continuava a minacciarmi, mi diceva che mi avrebbe spezzato un’altra gamba e che mi avrebbe fatto stare sulla sedia a rotelle, è una cosa che mi ha toccato tantissimo, è molto brutto, non riesco a parlare, non è facile a raccontare questa cosa”. Angela, la vittima, non usciva di casa da ottobre per paura proprio di incontrare il suo ex. La professoressa Parsi, commenta dallo studio: “Mai andare agli ultimi appuntamenti, e già l’aggettivo ultimo suggerisce qualcosa. Loro però ti porgono sempre la caramella, come cappuccetto rosso: ti attraggono per poi deluderti. Tutto questo produce uno stato di ansia e questa donna ci è rimasta talmente male che è stata settimane a letto, è come un vampiro, ti succhia il sangue lentamente fino a che si è nutrito”.



TORRE DEL GRECO, DISABILE MINACCIATA DALL’EX: “AVEVO FATTO DENUNCIA MA…”

In studio anche un magistrato che spiega: “La nostra legge prevede uno sconto, di conseguenza ad esempio dieci anni di galera prevedono uno sconto di 45 giorni ogni anno. Bisognerebbe quindi riflettere sul fatto di non concedere nessun tipo di misura premiale per questo tipo di reati”.



Al momento l’uomo si trova nel carcere di Poggio Reale, ma fino a quando resterà dietro le sbarre? Angela ha ripreso la parola dicendo solamente “Non ce la faccio”, mostrandosi molto scossa, anche dal punto di vista fisica con una pressione alta e forte tachicardia. Alessandro Politi, inviato di Storie Italiane: “Il 24 dicembre sono stati inviati una quarantina di messaggi ad Angela e quella sera si è recata presso un commissariato di polizia”. La vittima ha aggiunto: “Sono andato dalla polizia per la denuncia di stalking e il commissario mi ha detto di fare lo screenshot e poi dopo le feste di fare la denuncia, poi mi dissero che se fosse successo qualcosa di chiamarli”.

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