“I cosiddetti disastri naturali non sono in aumento”. A dirlo, in una intervista a La Verità, è stato Gianluca Alimonti, fisico presso l’Istituto nazionale di fisica nucleare e docente a contratto di fondamenti di energetica presso l’Università di Milano. “Tutti i ricercatori concordano nel ricondurre l’aumento semplicemente a una migliore capacità di rendicontazione. Non a un incremento del numero degli eventi climatici estremi”.



L’esperto si occupa proprio di analizzare questo fenomeno. “L’evento climatico estremo può essere la causa e il disastro naturale la conseguenza. Con il professor Luigi Mariani abbiamo condotto uno studio sui disastri naturali dall’unico database pubblico internazionale pubblicamente accessibile presso l’università di Lovanio, in Belgio, e che cataloga questi eventi dal 1900 a oggi. Ci sono dei requisiti minimi in merito alla gravità delle conseguenze perché un fatto disastroso possa essere registrato. Ad esempio, almeno 10 morti o 100 feriti o la richiesta di aiuti internazionali. E si conclude, ma senza alcun dubbio, che i disastri non stanno aumentando. C’è una crescita apparente, sino alla fine del secolo scorso”, ha ribadito. Ma non solo. “Se andiamo a vedere le conseguenze in termini di numero di decessi annuo, notiamo senza bisogno di analisi approfondite che il numero delle vittime è in costante decrescita. Abbiamo imparato a difenderci meglio”. 



“Disastri naturali non in aumento, c’è migliore capacità di rendicontazione”, il parere di Gianluca Alimonti

Il problema dei disastri naturali, al di là del suo andamento, comunque esiste ed è connesso a doppio filo alle discussioni sul cambiamento climatico. Le strategie per affrontare quest’ultimo finora si sono basate sul presupposto secondo cui la responsabilità è dell’uomo. “Quanta parte dell’aumento della temperatura globale sia effettivamente dovuto all’attività umana non è al momento quantificabile con precisione. Con la strategia di prevenzione cerco di ridurre al massimo le emissioni, nella convinzione o speranza che questo interrompa il fenomeno. La strategia è estremamente incerta ed estremamente costosa. Non sappiamo quali risultati possa portare. Perché le cause possono essere prevalentemente antropiche o prevalentemente naturali”, ha spiegato il professor Gianluca Alimonti.



La strada secondo l’esperto dovrebbe piuttosto essere un’altra. “Con la strategia dell’adattamento cerco di prevenire l’insorgenza degli effetti. Mi spiego meglio. Abbiamo dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che in Italia non abbiamo un aumento delle precipitazioni. Ma se anche gli attivisti del clima avessero ragione nel sostenere questo, perché non spendere molto, ma molto meno e in maniera più focalizzata per l’adattamento?”.