Disclaimer – La Vita perfetta è la nuova serie tv spiaggiata su Apple TV+ con le prime due puntate e poi successivamente con cadenza settimanale per un totale di sette. Una squadra di vincitori di Oscar: Alfonso Cuarón (in totale quattro statuette per Gravity e Roma), Cate Blanchett (The Aviator e Blue Jasmine), Kevin Kline (Un pesce di nome Wanda), Emmanuel Lubezki (tre per la fotografia di Gravity, Birdman e Revenant – Redivivo). A loro si aggiungono gli affermati Sacha Baron Cohen, Lesley Manville, Gemma Jones e i giovani sempre più in ascesa Luis Partridge, Jung Ho-Yeon, Kodi Smit-McPhee. Un cast stellare!



La serie è tratta dall’omonimo romanzo di Renée Knight (edito in Italia nel 2016 da Piemme) e da avido lettore notturno di thriller, gialli, noir, lo avevo letto alcuni anni or sono. Non mi aveva preso, un po’ noioso e lento fino a pagina cento, poi meglio, prevedibile e con colpi di scena nelle ultime trenta pagine. Claustrofobico e pesantino. Voto 6,5.



La sceneggiatura e l’adattamento della serie è del regista messicano e si vede. Nelle prime due puntate di Disclaimer – La Vita perfetta, Cuarón svela già i due terzi del romanzo, ma senza frenesia.

Catherine (Cate Blanchett) è una documentarista tv affermata, sposata con Robert (Baron Cohen), hanno un figlio, Nicholas (Kodi Smit-McPhee), venticinquenne un po’ sfigato che han sfrattato da casa con le buone perché si renda indipendente. Due colombi perciò pappa e ciccia.

Le arriva un libro, Un perfetto sconosciuto, sobbalza, è la storia di una parte della sua vita, s’innervosisce e lo brucia. Il libro arriva anche al marito e al figlio.



A Robert arriva una busta con delle foto di Catherine di una ventina di anni prima (erano già sposati e il figlio aveva quattro anni), con lei nuda e ammiccante. Robert s’incazza, la affronta con lei che dice solamente: Non è così, ti posso spiegare… Tutto è troppo esplicito, lo ha tradito durante una vacanza in Spagna da cui era dovuto rientrare a Londra in anticipo. Imbufalitissimo, sbatte la porta e se ne va senza voler sentire spiegazioni.

Ma chi ha scritto e recapitato i libri e le foto?

È Stephen (Kevin Kline), triste, imbruttito, desideroso di vendetta. Il figlio diciannovenne Jonathan (Louis Partridge) è morto vent’anni or sono durante una vacanza. La moglie Nancy (Lesley Manville) si è chiusa in se stessa vivendo per un decennio segregata nella cameretta del ragazzo e morendo poi di tumore. Ha sofferto chiudendosi nella sua disperazione e lui ora, solo e anziano, vuole vendetta. Trova le foto di cui sopra e un manoscritto della moglie: è la storia del rapporto tra Catherine e il figlio Nicholas, del suo sacrificio e morte. Stephen decide di far soffrire Catherine e la sua famiglia, stampa il libro in proprio con pseudonimo e come detto lo fa arrivare agli interessati insieme alle foto.

C’è ancora da vedere perché è morto Jonathan e qual è stato il suo sacrificio, come la vendetta continuerà, quali sono le spiegazioni di Catherine, cosa comporterà tutto questo e poi l’epilogo finale. Ci son ancora cinque puntate e se il fulcro centrale della serie si è ormai capito (troppo facile però…) vedremo come il regista ha portato in pellicola il romanzo.

Come dicevo, il cast è fortissimo e non deludono le varie caratterizzazioni.

Giudizio estetico generale molto buono, fotografia ottima, per quanto riguarda il contenuto e la storia c’è il rancore e la vendetta. Perdono e speranza?

Ci riaggiorniamo.

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