COMUNICAZIONI DRAGHI AL SENATO: LE RIFORME
Nelle sue comunicazioni al Senato il premier Mario Draghi ha ribadito che il Pnrr guarda alle prossime generazioni anche per quanto riguarda la realtà demografica. «Per mettere i nostri giovani nella condizione di formare una famiglia, dobbiamo rispondere a tre loro richieste: un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro». A proposito della casa, ha annunciato un prossimo decreto: «Sono previste altre risorse per aiutare i giovani a contrarre un mutuo per acquistare una casa. E in particolare, oltre ad agevolazioni fiscali, sarà possibile ridurre l’anticipo, grazie all’introduzione di una garanzia statale». Grande attenzione anche al Turismo, previsto il potenziamento del servizio civile universale a cui vanno 650 milioni fino al 2023. La crescita del Mezzogiorno è un aspetto prioritario del Pnrr. «Non è una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l’Italia. Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture – soprattutto l’alta velocità ferroviaria e il sistema portuale – è diretto al sud». Si stima un incremento complessivo del Pil del mezzogiorno fino al 2026 pari a quasi 1,5 volte l’aumento del Pil nazionale. Ma il Pnrr non prevede solo investimenti, bensì anche riforme, come quella della giustizia. «Questo è uno degli impegni più importanti ed espliciti che abbiamo preso verso l’Unione europea».
La seconda riforma riguarda la Pubblica amministrazione. Ci saranno poi interventi di carattere strutturale. «Il Piano vuole anche impegnare Governo e Parlamento a una continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini. Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti. A questo fine assume un ruolo cruciale la Legge annuale sulla concorrenza – prevista nell’ordinamento nazionale dal 2009, ma realizzata solo una volta nel 2017». Quindi, il premier Mario Draghi è passato alle conclusioni: «Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti. Questa certezza non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla solidarietà, alla responsabilità». (agg. di Silvana Palazzo)
COMUNICAZIONI DRAGHI AL SENATO: IL MEZZOGIORNO
Nelle comunicazioni al Senato il premier Mario Draghi ha spiegato che il Pnrr, se attuato bene, avrà effetti significativi sulle principali variabili economiche. Ad esempio, nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali. Ma ne beneficerà anche l’occupazione, che cresce di 3,2 punti percentuali. «Queste stime ipotizzano un’elevata efficienza degli investimenti pubblici effettuati, ma non quantificano l’ulteriore impulso che potrà derivare dalle riforme previste dal Piano». Inoltre, la crescita può essere superiore se si attuano riforme efficaci e mirate. Il piano è stato strutturato su diversi livelli: il monitoraggio, controllo e rendicontazione spetta al Mef, che dovrà tenere anche i contatti con la Commissione Ue. Ma è prevista anche una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, che deve interloquire con le amministrazioni in caso di criticità. «Voglio sottolineare l’importante ruolo svolto da Regioni ed Enti locali nell’ambito dell’attuazione del Piano. Sono infatti responsabili della realizzazione di quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40 percento del totale, in particolare con riferimento alla transizione ecologica, all’inclusione e coesione sociale e alla salute».
La prima Missione riguarda Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura, a cui sono destinati 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, quindi pari al 27% delle risorse totali del Piano. «Vogliamo insomma accelerare l’adozione della tecnologia – nel pubblico, nel privato e nelle famiglie – per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti. In particolare a giovani, donne e a chi vive in territori meno connessi». Per quanto riguarda cultura e turismo, si investirà sulla valorizzazione di siti storici e culturali, anche di quelli minori. A ciò si aggiungono misure per una riqualificazione ambientalmente sostenibile delle strutture e dei servizi turistici. La seconda Missione riguarda Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, che per l’Italia è importante «che per le sue caratteristiche, ma anche per gli abusi cui è stata sottoposta, è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi». In questo caso la dotazione è di 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo. Il premier Mario Draghi ha citato anche il Superbonus 110%: «Non c’è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari». Inoltre, il Governo intende prorogare l’Ecobonus per il 2023.
La terza Missione, a cui spettano oltre 31 miliardi, prevede investimenti per sviluppare una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale e sostenibile. La quarta Missione riguarda Istruzione e Ricerca, a cui sono destinati 32 miliardi, di cui uno finanziato con risorse nazionali. La quinta riguarda le politiche del lavoro e della formazione, che prevedono una spesa di 22 miliardi con ulteriori 7,3 con REACT-EU. Grande attenzione anche alle persone con gravi disabilità e degli anziani non autosufficienti, ma sono previste misure anche per la riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili. La sesta Missione riguarda la Salute, «un settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno». Da un lato bisogna rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari, dall’altro modernizzare il sistema sanitario. La dotazione è di 18,5 miliardi, di cui 2,9 di risorse nazionali. Va rafforzata l’assistenza domiciliare e sviluppata la telemedicina. Ma il presidente del Consiglio cita anche la riforma per la non autosufficienza. «Vogliamo che i nostri anziani possano essere messi in condizione di mantenere o riguadagnare la massima autonomia possibile, in un contesto il più possibile de-istituzionalizzato. Dopo le sofferenze e le paure di questi mesi di pandemia, non possiamo dimenticarci di loro».
Oltre agli anziani, l’attenzione è rivolta a donne, giovani e sud. «Eliminare gli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è fondamentale per la ripresa dell’Italia. Il Piano interviene sulle molteplici dimensioni del divario di genere e si inserisce nel percorso di riforma avviato con il Family Act». Il Pnrr ha, dunque, il compito di sviluppare le priorità della Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 che sarà lanciato entro il primo semestre di quest’anno. Draghi ha spiegato che 4,6 miliardi sono dedicati alla costruzione di nuovi asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Invece quasi un miliardo finanzia quasi un miliardo va a finanziare l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie. Riguardo l’assegno unico, il premier Draghi ha parlato di «strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti. È una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità».
COMUNICAZIONI DRAGHI AL SENATO: LE MISSIONI
Cominciano con una gaffe le comunicazioni di Mario Draghi al Senato. Il premier ha salutato i presenti chiamandoli per due volte deputati, suscitando i sorrisi dei ministri presenti. «Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr, pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti, numeri, obiettivi e scadenze. Vi proporrei di leggerlo in un altro modo: metteteci dentro le vite degli italiani». C’è quindi il destino del Paese, «la sua credibilità e reputazione». A questo documento, dunque, si lega il futuro dell’Italia. Il presidente del Consiglio ha citato Alcide De Gasperi nel suo discorso in Senato e ringraziato il Parlamento per la collaborazione. «La buona riuscita richiede uno sforzo corale, un dialogo aperto e costruttivo», ha proseguito il premier, il quale ha voluto evidenziare anche il lavoro del precedente governo. Per Draghi è determinante il lavoro degli Enti locali per l’attuazione di questo piano che deve riparare i danni economici della crisi causata dalla pandemia Covid. «Ad essere colpiti donne e giovani, soprattutto nel Mezzogiorno». Il piano affronta, dunque, alcune debolezze dell’economia e società italiana, come le disparità territoriali e di genere, i bassi investimenti in capitale umano. Importante anche la questione relativa alla transizione ecologica, fondamentale in questa fase di rilancio.
Le risorse fornite attraverso il Dispositivo di ripresa e resilienza della UE sono pari a 191,5 miliardi. Il Governo stanzia altri 30,6 miliardi per un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo. «Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche». Ma è previsto anche il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, usate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi. In totale si dispone di circa 248 miliardi di euro. A queste risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma REACT-EU che, come previsto dalla normativa Ue, vengono spese negli anni 2021-2023. Si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi. Quindi, la quota dei progetti ‘verdi’ è pari al 40% del totale. Quella dei progetti digitali il 27%. Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi che possono essere ripartiti secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40% circa. (agg. di Silvana Palazzo)
LA CAMERA APPROVA IL PNRR
Con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti la Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione del Governo sulle comunicazioni del Premier Draghi in relazione al Recovery Plan: FdI si è astenuta dopo l’intervento molto duro di Giorgia Meloni a Montecitorio che ha “arringato” contro il Presidente del Consiglio «La domanda che faccio è se sia normale o responsabile che il Parlamento voti un documento di tale portata senza aver avuto il tempo necessario a leggerlo, a scatola chiusa […] Il Parlamento su questo piano è stato ignorato, verrebbe da dire deriso».
Gli interventi di tutti i capigruppo della maggioranza vanno nella direzione di appoggiare con convinzione – seppur con le distinte diversità sui temi “preferiti” nel PNRR – il piano del Governo, mentre Salvini collegato con L’Aria che Tira anticipa quanto poi lui stesso confermerà oggi pomeriggio al Senato: «Io me lo sono letto, più di una nottata…I posti nell’asilo nido la notizia più bella. Ci sono i titoli delle riforme che saranno fondamentali: burocrazia […] Draghi è la persona giusta al posto giusto: stiamo aiutando un paese a uscire da una guerra». Alle 15 è atteso il discorso del Presidente del Consiglio al Senato, con le votazioni invece disposte tra il tardo pomeriggio e la sera.
LE REPLICHE DEL PREMIER DRAGHI
Come ha ormai abituato con il suo stile franco, il Premier Draghi ha condotto spesso a braccio le sue repliche poco fa alla Camera, tenendo conto degli interventi di Montecitorio tra ieri pomeriggio e questa mattina. «Indubbiamente i tempi erano ristretti ma la scadenza del 30 aprile non è mediatica, è che se si arriva prima si avranno i fondi prima. La commissione andrà sui mercati a fare la provvista per il fondo a maggio, poi la finestra si chiuderà nell’estate: se si consegna il piano subito si avrà accesso alla prima provvista sennò si andrà più avanti», spiega Draghi rivolgendosi alle opposizioni comprendendo il loro fastidio per la poca discussione.
La vera sfida però, prosegue il Premier, sarà poi con il Parlamento nel definire l’attuazione vera e propria di riforme e progetti legati al Recovery Plan: «La vera sfida non appena il piano viene consegnato è di trovare un modo di attuazione dove le amministrazioni locali e il governo centrale, che sono chiamati a mole di interventi, trovino uno schema di governo del piano. Il vero governo non è cosa fa Palazzo Chigi, che comitati si formano, il punto nodale è questo. È chiaro per i ministeri il processo ma è molto più complesso il coordinamento tra governo e enti locali che sono gli attuatori del piano a cui sono destinati poco meno di 90 miliardi». Riprendendo le pieghe principali del PNRR su giovani, mezzogiorno e ambiente, Draghi sottolinea come il superbonus andrà migliorato e semplificato perché per ora «non tira abbastanza visto che è molto complicato il sistema di norme»; sulla banda larga invece «nel Pnrr ci sono 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G. L’obiettivo del governo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio avviamo la mappatura dei piani d’investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che senza interventi del governo resterebbero sfavorite. Per queste aree è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026». Capitolo finale su trasporti e infrastrutture, con il Recovery Plan che prevede la formazione della linea alta velocità Salerno-Reggio Calabria: «ho detto che è vera alta velocità dove i treni potranno viaggiare a 300 Km all’ora. Con questi investimenti, ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggio Calabria».
PNRR, IL TESTO IN “PILLOLE”
Dopo aver illustrato ieri pomeriggio alla Camera il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Presidente del Consiglio Mario Draghi è atteso alle ore 11 ancora alla Camera per le repliche al discorso di presentazione tenuto sul Recovery Plan. A seguire, le votazioni finali di Montecitorio prima del passaggio del PNRR anche al Senato: alle ore 15 è atteso il medesimo discorso del Premier anche a Palazzo Madama con il voto sulle risoluzioni che presumibilmente non avverrà prima di questa sera.
La seduta prosegue con diverse polemiche da parte di Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana che contestano i tempi strettissimi per la discussione parlamentare: la maggioranza però tira dritta e sostiene il Recovery presentato da Draghi per stringere i tempi e rispettare la scadenza (non vincolante, va detto) della Commissione Europea il 30 aprile. Sono 248 miliardi complessivi per preparare il futuro del Paese come ha detto ieri e ribadirà oggi il Presidente del Consiglio in Parlamento: «Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese». Qui il testo integrale del discorso di Draghi, a fondo pagina la diretta video streaming di comunicazioni, dichiarazioni di voto e repliche, nei paragrafi qui di seguito invece i focus principali dell’intervento di presentazione del PNRR. In pillole invece ecco i punti-chiave del nuovo Recovery Plan:
– 248 miliardi totali
– 26 miliardi per opere
– 22 miliardi sul lavoro
– assegno unico familiare
– garanzia giovani per mutui case
– proroga Superbonus al 2023
– giovani, donne, Sud
– riforma giustizia
– decreto attuazione PNRR a maggio
IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI
«Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr sia solo un insieme di progetti.
Metteteci dentro la vita degli italiani,le attese di chi ha più sofferto gli effetti della pandemia, il destino del Paese e la sua credibilità come fondatore dell’Unione Europea. E’ questione di valori civili che nessuna tabella potrà mai rappresentare»: così apre le sue Comunicazioni alla Camera il Presidente Draghi, illustrando nel dettaglio i contenuti dei progetti sul Recovery Plan italiani. «Non è una questione solo di reddito, numeri e tabelle ma anche di valori civili», spiega il Premier prima di citare De Gasperi nel 1943 «l’opera di rinnovamento fallirà se in tutti le categorie non nasceranno persone pronte a sacrificarsi per il bene comune. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani».
Il Presidente del Consiglio ribadisce come «Ritardi, inefficienze e miopi visioni di parte peseranno sulle nostre vite e su quelle dei nostri figli e nipoti» e ringrazia poi tutte le categorie politiche ed economiche che hanno collaborato alla composizione del PNRR. «La buona riuscita del piano richiede uno sforzo corale delle istituzioni e un dialogo costruttivo», aggiunge Draghi. Il piano ha tre obiettivi principali:
1- Riparare i danni economici della pandemia
«Giovani, donne e Sud hanno sofferto calo occupazione molto superiore alla media», spiega Draghi elencando il primo obiettivo del Recovery Plan. Salite dal 3,3% al 10% le persone in povertà
2- Debolezze strutturali del nostro Paese
«I divari territoriali, debole crescita, mancati investimenti, disparità di genere
3- Transizione ecologica
LE RISORSE DEL PNRR
Le risorse del PNRR sono 222,1 miliardi complessivi, frutto di PNRR e Fondo complementare: «questi due pian sono stati disegnati in modo integrato con medesimi strumenti attuativi. Inoltre entro il 2032 sono stati stanziati 36 miliardi ulteriori per opere specifiche: linea ferroviaria Tav Salerno-Reggio Calabria, linea Tav Milano-Venezia». Sono in tutto 248 miliardi di euro quelli messi in programma, con anche 13 miliardi in arrivo dal piano React EU: i progetti verdi hanno il 40% del totale, piano digitale il 27%. Nel 2026 il Pil finale sarà di 3 punti percentuali superiore alle attuali previsioni: «la governance è strutturata su diversi livelli, tra MEF, ministeri e autorità locali. Prevista una cabina di regia a Palazzo Chigi con il compito di interloquire con amministrazioni responsabili in caso di criticità nell’attuazione del Piano», rilancia il Premier Draghi nel suo discorso alla Camera. «Abbiamo scelto di investire in filiere dell’alta tecnologia. È facile parlare di fibra, 5G, cloud, telemedicina, su cui vogliamo investire. Ma dobbiamo ricordare per cosa la trasformazione digitale è importante: vogliamo che dal 2027 i nostri ragazzi possano avere accesso alle migliori condizioni scolastiche ovunque siano in Italia, a questo serve la rivoluzione digitale, così come progetti lavoro, aziende e ricerca», rilancia il Capo del Governo, «Tecnologia deve dare eque opportunità a tutti per pubblico, privato, lavoro e scuola».
LE MISSIONI DEL RECOVERY PLAN
«Vogliamo che le PA e i loro servizi siano disponibili senza ostacoli, costi e spreco di tempo», spiega il Premier Draghi proseguendo il suo intervento in diretta dalla Camera dei Deputati dopo aver esposto l’importanza per il settore della digitalizzazione (prima missione). Per il rilancio della cultura e del turismo invece «una prima linea d’azione riguarda la riqualificazione di siti storici e culturali». Delle 6 missioni complessive, fondamentale quella legata alla transizione ecologica con dispositivo calcolato in 70 miliardi complessivi: «si occupa sui grandi temi della agricoltura sostenibile, efficenza energetica, risorse idriche, inquinamento e transizione ecologica». Per quanto riguarda invece il superbonus – tema molto discusso nell’ultimo Cdm – Draghi annuncia «sono previsti oltre 18 miliardi. Non c’è alcun taglio al superbonus, è finanziato fino al 2022 e fino a giugno 2023 per le case popolari». La terza missione riguarda invece il settore dei trasporti, con 31,4 miliardi di euro a disposizione da PNRR e Fondo complementare: «13 miliardi sono previsti per le autostrade ad alta velocità». Sulla missione 4, quella su istruzione e ricerca, sono 32 i miliardi messi a disposizione: «rafforzamento offerta sili nido, scuole materne e servizi prima infanzia» tra le principali azioni incardinate dal Governo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sul settore scuola. La quinta missione è destinata a politiche attive del lavoro e della formazione, a inclusione sociale e territoriale: 22,4 miliardi complessivi più i 7 miliardi previsti dal React EU nel prossimo quinquennio, «politiche adeguate per ridurre il gap di genere. È previsto un sistema sulla certificazione della disparità di genere». Da ultimo, la sesta missione che riguarda la salute: «la pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della sanità, la natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza dei servizi sanitari. Le riforme si muovono su prevenzione, digitalizzazione e servizi sul territorio: serve un accesso equo alle cure», sottolinea Draghi alla Camera. È previsto un incremento delle prestazioni in assistenza domiciliare fino a più del 10% degli over-60.
GLI ALTRI INTERVENTI A SOSTEGNO DEL PNRR
«L’assegno unico familiare sarà l’elemento centrale di sostegno alle famiglie con figli: la nostra realtà demografica è preoccupante, meno di 1,3 figli per ciascuna donna contro 1,6 delle donne europee», annuncia Mario Draghi nelle Comunicazioni alla Camera. «Per aumentare la natalità serve welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro», ribadisce il Presidente del Consiglio che poi annuncia un imminente decreto che darà incentivi e garanzie alle giovani coppie per poter avere migliore accesso ai mutui privati. Il Governo potenzierà il servizio civile universale e rilancerà gli investimenti per giovani: «la creazione di opportunità per i giovani sarà effetto di tutte le 6 missioni previste. I giovani sono i veri destinati delle misure del PNRR». Verrà introdotta la legge quadro sulla disabilità per facilitare e semplificare un miglior accesso ai servizi pubblici per le persone con disabilità: «le riforme proposte saranno controllate da un osservatorio se saranno realmente inclusive». La crescita del Mezzogiorno sarà l’altro asse principale del Recovery Plan, spiega ancora Draghi: «se cresce il Sud, cresce l’Italia». Tav, mobilità sostenibile, transizione ecologica e altro per il Meridione varranno nel complesso 23 miliardi di euro: «L’incremento del PIL nel 2021-26 sarà pari almeno una volta e mezzo all’incremento nazionale».
LE RIFORME PREVISTE DAL RECOVERY PLAN
«È prioritario lavorare su una riforma della giustizia», spiega Draghi alla Camera illustrando il piano di riforme collegate al PNRR. Il piano crea l’ufficio del processo e si sarà attuazione al processo telematico: «ridurre i tempi del processo del 40% nel civile e di almeno il 20% del penale» è la promessa fatta dal Governo Draghi all’Europa e all’intera cittadinanza italiana. La seconda riforma di sistema riguarda la pubblica amministrazione: «più digitalizzazione, investimenti in capitale umano, ricambio generazionale e aggiornamento delle competenze». Entro maggio, annuncia Draghi, verrà presentato un decreto volto a favorire l’attuazione del PNRR e del Piano complementare: «semplificazione delle norme su appalti pubblici e concessioni in ambito infrastrutture», sottolinea il Presidente del Consiglio. «Bisogna impedire che i fondi del PNRR vadano solo ai monopolisti», rintuzza Draghi annunciando la legge annuale sulla concorrenza come riforma integrata al Recovery Plan. In conclusione del suo discorso, Draghi infine ringrazia il Parlamento per l’impulso politico dato da questo piano: «sono certo che riusciremo ad attuare questo piano, sono certo che l’onestà, l’intelligenza e il gusto del futuro prevarranno su corruzione, stupidità e interessi costituiti. Questa certezza non è ottimismo ma fiducia nel mio popolo, nella capacità di lavorare insieme quando l’emergenza chiama a solidarietà e responsabilità».
DRAGHI IN PARLAMENTO PER IL PNRR
Alle ore 16
il Presidente del Consiglio Mario Draghi nelle Comunicazioni alla Camera presenterà il nuovo Recovery Plan italiano, pronto ad essere inviato a Bruxelles entro il prossimo 30 aprile: dopo settimane di convulse correzioni, scontri e “freni” dalla Commissione Europea, una telefonata decisa del Premier sabato alla Presidente Von der Leyen ha di fatto “sbloccato” l’impasse confermando l’impianto “monstre” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da 222,1 miliardi di euro.
I tempi sono stretti per questa ultima settimana di aprile: oggi e domani le comunicazioni in diretta dal Parlamento, tra martedì sera e mercoledì il Consiglio dei Ministri che approverà definitivamente il Recovery Plan ed entro venerdì l’invio alla Commissione Ue per iniziare il lungo iter di verifica prima di poter ricevere i primi veri fondi concreti finanziati dagli Eurobond misto fondo perduto-prestiti. Il discorso del Presidente Draghi sarà possibile seguirlo dalle ore 16 in diretta video streaming sul canale YouTube della Camera dei Deputati: dopo l’intervento oggi si terrà il dibattito generale ma non avverranno subito le votazioni delle risoluzioni che invece avverrà domani mattina. Alle ore 11 avranno luogo le repliche del Premier, seguita dalle dichiarazioni di voto e poi infine la votazione finale delle risoluzioni di Governo e maggioranza: nel pomeriggio di martedì, alle ore 16 è previsto il discorso di Draghi al Senato con votazioni invece attese già in serata.
IL RECOVERY PLAN ITALIA IN BREVE
«Il Recovery Plan è una sfida straordinaria ed epocale che in pochi anni potrà cambiare tutto il sistema Paese», trasformarne i tratti salienti, colmarne i tanti gap strutturali, «per non essere condannati ad un futuro di bassa crescita»: così il Premier Mario Draghi nella premessa al testo finale inviato a Camera e Senato per illustrare nel dettaglio tutti i capitoli del PNRR. 337 pagine, 6 missioni principali, 5 riforme strutturali (pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione normativa e concorrenza, fisco), 39 assi principali, 135 investimenti: i numeri del Recovery Plan verranno spiegati da Draghi oggi a Montecitorio e domani a Palazzo Madama, scandendo anche i vari interventi dal costo complessivo di 222,1 miliardi di euro. 191,5 mld destinati al Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del Next Generation Eu, mentre 30,6 sono i miliardi destinati dal Governo al Fondo Complementare che non entrerà nel Recovery Fund ma rimarrà finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile.
Nella bozza si legge che «gli interventi di semplificazione più urgenti del Pnrr saranno adottati attraverso un decreto legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro la prima settimana di maggio e convertito in legge entro metà luglio». Tutti gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021. Come noto, il piano nazionale è suddiviso in 6 missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 49,2 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 68,6 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 31,4 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 22,4 mld; salute con 18, 5 mld.