MINISTERO SALUTE INVIA ISPETTORI ALL’OSPEDALE CAREGGI DI FIRENZE: COS’È SUCCESSO
Dopo l’interrogazione ufficiale presentata dal capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, oggi e domani il Ministero della Salute ha inviato all’ospedale Careggi di Firenze ispettori ed esperti per verificare che tutti gli iter di percorso sulla disforia di genere siano eseguiti correttamente. L’indirizzo dato dal Ministro Orazio Schillaci agli ispettori è per l’apertura di un Audit – un confronto – con i responsabili del nosocomio proprio in merito ai percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere. In particolare, questo il tema più delicato, gli ispettori devono verificare che l’utilizzo del farmaco bloccante pubertà – la triptorelina – sia adeguato e non abusato nei confronti degli under-11.
Il Careggi di Firenze è da anni il principale ospedale italiano specializzato nel trattamento della disforia di genere, ovvero – per definizione – la «condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso». Uno dei possibili trattamenti utilizzati è proprio la triptorelina che arriva a fermare gli sviluppi fisici e fisiologici nell’adolescenza, dando il “tempo” al ragazzo di orientarsi sul genere più “corrispondente”. Ora però il farmaco anti-pubertà viene messo in discussione, così come l’intero iter del Careggi: il sospetto avanzato da un’interrogsazione di Gasparri è che la triptorelina venga somministrata anche a pazienti di 11 anni.
DISFORIA DI GENERE E FARMACI AI MINORI: LA DENUNCIA SUL CAREGGI E LA DIFESA
«Non viene fornita l’assistenza psicoterapeutica e psichiatrica. E la somministrazione principalmente avviene sulla base di ciò che i piccoli pazienti riferiscono: questo è inaccettabile»: così Gasparri dava seguito alle notizie raccolte in precedenza sulle terapie utilizzate dall’ospedale Careggi di Firenze, «il via libera al ricorso dei farmaci sarebbe basato sul presupposto, inaccettabile, che con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione». Contattata oggi dall’ANSA, dopo l’invio degli ispettori e dopo l’interrogazione parlamentare di Gasparri lo scorso 20 dicembre, la responsabile della segreteria tecnica del ministero della Salute, Mara Campitiello, spiega così il senso di un’azione del genere: «Abbiamo dunque ritenuto opportuno far partire un audit con l’ospedale proprio per fare chiarezza sulle dinamiche e l’iter del percorso di transizione. Non c’è alcun intento punitivo – spiega ancora la responsabile ministeriale – bensì di conoscenza dei percorsi messi in atto».
Per il Ministero della Salute, conclude Campitiello, già prima di questa interrogazione aveva richiesto al Comitato Nazionale di Bioetica, che già si era pronunciato 5 anni fa sulla triptorelina, per una rivalutazione sull’approccio all’uso del farmaco: «E’ stata inoltre richiesta all’Aifa una nuova valutazione sempre in relazione a questo farmaco e, contestualmente, il ministero ha richiesto alle Regioni di fornire il numero dei casi in trattamento per avere un quadro più chiaro», conclude la responsabile della segreteria tecnica del ministero. Secondo la Regione Toscana, il Centro dell’Azienda ospedaliera di Careggi sulla disforia di genere «segue la legge vigente» e perciò l’intera vicenda rischia «di essere strumentalizzata dal punto di vista politico», sottolinea l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini. Per Marco Niccolai, consigliere Regionale in quota Pd, l’invio degli ispettori è una particolare scelta del Ministero in quanto il Careggi «svolge un ruolo importante riconosciuto nel tempo da più autorità nazionali e internazionali. Siamo sicuri che verrà confermata la correttezza dei protocolli utilizzati nell’affrontare casi delicatissimi per famiglie e ragazzi che affrontano il problema della disforia di genere». Commentando in giornata le prime ispezioni del Ministero, il capogruppo forzista Gasparri si augura che l’ispezione «sia accurata e seria. E che la risposta all’interrogazione sia quella che mi aspetto, altrimenti non finisce qui».